Coronavirus, emanata la nota con le indicazioni operative per la didattica a distanza
Sul sito del Ministero dell'Istruzione è stata pubblicata la nota inviata alle scuole con le prime indicazioni operative per le attività di didattica a distanza. Ci sono chiarimenti sulla progettazione in base alle fasce d'età, alla didattica per gli alunni disabili o con DSA e bisogni educativi speciali non certificati e sulla valutazione delle attività. Fin da subito si chiarisce che «il solo invio di materiali o la mera assegnazione di compiti, che non siano preceduti da una spiegazione relativa ai contenuti in argomento o che non prevedano un intervento successivo di chiarimento o restituzione da parte del docente, dovranno essere abbandonati».
Cosa si intende per didattica a distanza, la questione della privacy, la progettazione delle attività, l'attenzione agli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, la valutazione delle attività didattiche a distanza: questi i temi trattati dalla nota su cui il Ministero sta lavorando da giorni per offrire chiarimenti e supporto alle istituzioni scolastiche.
La didattica a distanza, in queste difficili settimane, ha avuto e ha due significati, si legge nel documento. Da un lato, sollecita «l’intera comunità educante, nel novero delle responsabilità professionali e, prima ancora, etiche di ciascuno, a continuare a perseguire il compito sociale e formativo del “fare scuola”, ma “non a scuola” e del fare, per l’appunto, “comunità”». Sta servendo a «mantenere viva la comunità di classe, di scuola e il senso di appartenenza», combattendo «il rischio di isolamento e di demotivazione». Dall’altro lato, è essenziale per «non interrompere il percorso di apprendimento». La didattica a distanza – si aggiunge – può essere anche l’occasione per interventi sulle criticità più diffuse.
Nella nota si esplicita cosa si intende per didattica a distanza: per essere tale, prevede «la costruzione ragionata e guidata del sapere attraverso un’interazione tra docenti e alunni», perchè si tratta pur sempre di dare vita a un “ambiente di apprendimento”. Si sottolinea che «il solo invio di materiali o la mera assegnazione di compiti, che non siano preceduti da una spiegazione relativa ai contenuti in argomento o che non prevedano un intervento successivo di chiarimento o restituzione da parte del docente, dovranno essere abbandonati, perché privi di elementi che possano sollecitare l’apprendimento». perchè la di la didattica a distanza prevede uno o più momenti di relazione tra docente e alunni, per dare una restituzione del lavoro fatto, chiarire dubbi, accertare il processo di miglioramento, verificare.
Si fa chiarezza anche sulla questione privacy e sulla progettazione delle attività, in base anche alle fasce d'età: «per la scuola dell’infanzia è opportuno sviluppare attività, per quanto possibile e in raccordo con le famiglie, costruite sul contatto “diretto” (se pure a distanza), tra docenti e bambini, anche solo mediante semplici messaggi vocali o video veicolati attraverso i docenti o i genitori rappresentanti di classe, ove non siano possibili altre modalità più efficaci».
Per la scuola primaria, invece e anche per i successivi gradi, a seconda dell‘età, «occorre ricercare un giusto equilibrio tra attività didattiche a distanza e momenti di pausa, in modo da evitare i rischi derivanti da un'eccessiva permanenza davanti agli schermi. La proposta delle attività deve consentire agli alunni di operare in autonomia, basandosi innanzitutto sulle proprie competenze e riducendo al massimo oneri o incombenze a carico delle famiglie».
Per la scuola secondaria di primo e di secondo grado è necessario evitare un peso eccessivo dell’impegno on line, alternando la partecipazione in tempo reale in aule virtuali con la fruizione autonoma in differita di contenuti per l’approfondimento e lo svolgimento di attività di studio. E per gli istituti tecnici e professionali, che implicano teoria e laboratorio se non è possibile l’uso di laboratori digitali per le simulazioni operative o altre formule, l'insegnante può progettare «unità di apprendimento che veicolano contenuti teorici propedeutici, ossia da correlare in un secondo momento alle attività tecnico pratiche e laboratoriali di indirizzo».
Un paragrafo è dedicato sia agli alunni con disabilità per i quali «il punto di riferimento rimane il Piano educativo individualizzato. La sospensione dell’attività didattica non deve interrompere, per quanto possibile, il processo di inclusione. Come indicazione di massima, si ritiene di dover suggerire ai docenti di sostegno di mantenere l’interazione a distanza con l’alunno e tra l’alunno e gli altri docenti curricolari», sia agli alunni con DSA e Bisogni educativi speciali non certificai per i quali anche nella didattica a distanza, è necessario «prevedere l’utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi» come ad esempio l’utilizzo di software di sintesi vocale che trasformino compiti di lettura in compiti di ascolto, libri o vocabolari digitali, mappe concettuali.
«Per gli alunni con BES non certificati, che si trovino in difficoltà linguistica e/o socio economica, il Dirigente scolastico, in caso di necessità da parte dello studente di strumentazione tecnologica, attiva le procedure per assegnare, in comodato d’uso, eventuali devices presenti nella dotazione scolastica oppure, in alternativa, richiede appositi sussidi didattici attraverso il canale di comunicazione attivato nel portale ministeriale “Nuovo Coronavirus” alla URL https://www.istruzione.it/coronavirus/index.html all’indirizzo supportoscuole@istruzione.it
Infine una precisazione anche sulla valutazione delle attività, perchè «Se è vero che deve realizzarsi attività didattica a distanza, perché diversamente verrebbe meno la ragione sociale della scuola stessa, come costituzionalmente prevista, è altrettanto necessario che si proceda ad attività di valutazione costanti».