Le novità del decreto scuola. Il testo va nella direzione di una scuola più funzionale ed efficace nei suoi percorsi di formazione

Di tutto un po’, con l’intenzione di dare nuovo slancio (e fondi) all’attenzione verso il mondo della scuola

Le novità del decreto scuola. Il testo va nella direzione di una scuola più funzionale ed efficace nei suoi percorsi di formazione

“Stiamo tutelando i nostri giovani e assicurando che i diplomi rilasciati dalle scuole siano sinonimo di reale preparazione e competenza. Vogliamo una scuola seria, una scuola dove i diplomi non si regalano, che sia all’altezza delle straordinarie potenzialità dei nostri giovani”.

Così il ministro Giuseppe Valditara spiega uno dei punti forti del decreto scuola approvato dal governo nei giorni scorsi. Si tratta della norma cosiddetta “contro i diplomifici”, cioè quegli istituti che faciliterebbero oltre misura l’accesso a un diploma. Il fenomeno è ben conosciuto e più volte si è cercato, con iniziative di politica scolastica più o meno efficaci, di contrastarlo.

Il nuovo decreto– così recita il comunicato ufficiale di Viale Trastevere – “prevede per contrastare il fenomeno dei diplomifici che in un anno ha fatto registrare un incremento delle revoche della parità del 10%, il divieto di costituire più di una classe quinta collaterale, l’impossibilità per le scuole di avviare le iscrizioni prima di essere autorizzate, l’obbligo dell’adozione del registro elettronico. Si prevede, inoltre, che lo studente possa sostenere, nello stesso anno scolastico, gli esami di idoneità al massimo per i due anni di corso successivi a quello per il quale ha conseguito l’ammissione per effetto di scrutinio finale”. Insomma, una stretta nella direzione del controllo ministeriale sull’operato degli istituti e della “serietà” dei percorsi scolastici.

Sempre nella direzione di una scuola più funzionale ed efficace nei suoi percorsi di formazione, il decreto ha inanellato una serie di provvedimenti che vanno tra l’altro dal reclutamento dei docenti alla fornitura dei libri di testo, fino a stanziamenti speciali per formazione dei docenti in ambito di prevenzione nei confronti delle dipendenze e del disagio giovanile. Si parla poi di ampliamento dell’offerta formativa degli ITS (anche in chiave di internazionalizzazione), così come di stanziamenti per gli asili nido.

Di tutto un po’, con l’intenzione di dare nuovo slancio (e fondi) all’attenzione verso il mondo della scuola.

Particolarmente importanti le decisioni sul reclutamento dei docenti. Per Valditara “un passo decisivo per garantire la copertura completa delle cattedre con docenti competenti e stabili”. Meno supplenze, più posti stabili e opportunità per gli insegnanti idonei, che hanno superato i concorsi ma non hanno ottenuto il ruolo. La riforma infatti permette – è ancora il Ministero a chiarirlo – “di utilizzare i candidati idonei dei concorsi Pnrr per coprire le cattedre rimaste vacanti a seguito di selezione, integrando le graduatorie con i docenti che hanno raggiunto almeno il punteggio minimo nelle prove concorsuali, fino a coprire il 30% dei posti banditi”. E’ previsto anche un elenco generale per la copertura delle cattedre vacanti, accessibile tra l’altro a tutti gli insegnanti che hanno superato un concorso dal 2020.

Sono solo piccole sottolineature, cui va aggiunta quella dedicata alla formazione dei docenti per affrontare al meglio il disagio dei più giovani: alla prevenzione è destinato un milione di euro. Un buon segnale, visti i ripetuti allarmi che vengono particolarmente dal mondo scolastico, nel quale si riversano naturalmente problematiche e fragilità che hanno confini ben più ampi. Ma la scuola c’è. E vale la pena di investire sulle sue possibilità, sulle professionalità che la abitano

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Fonte: Sir