Fatti

Sono sbarcati stamattina a Roma, all'aeroporto di Fiumicino, 51 profughi siriani arrivati con i corridoi umanitari promossi dalla Comunità di Sant'Egidio, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e Tavola valdese. Altri 42 hanno transitato per Roma con destinazione  Francia. Sono in maggioranza famiglie numerose o mamme sole con bambini che vivevano in alloggi precari a Beirut e Saida, nel sud del Libano, e nei campi profughi della Valle della Bekaa, zone interessate dalle operazioni militari nella guerra delle forze armate israeliane contro Hezbollah. Saranno accolti in Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana.

Grazie ai Corridoi umanitari promossi dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e dalla Tavola valdese, in accordo coi Ministeri dell’Interno e degli Esteri italiani, sono arrivati oggi in Italia 51 rifugiati siriani, che risiedevano in Libano. Tra loro anche Omar, nativo di Damasco, giovane attivista per i diritti umani, cui l'impegno sociale è costato minacce e violenze, anche alla sua famiglia, da parte di aderenti a Hezbollah. Il Sir ha raccolto la sua testimonianza.

Al di là del rischio che Israele intende davvero correre cacciandosi in un isolamento senza pari, in gioco c’è la credibilità della stessa comunità internazionale, o meglio della sua frazione occidentale, afflitta da miopie e contraddizioni. Avallare la condotta israeliana confezionerebbe un ennesimo precedente per chiunque altro fosse abilitato a evocare scontri di civiltà, forte del sussiego esterno di chi si prestasse a giustificare gli arbitri di coloro che “combattono per noi contro la barbarie”, senza accorgersi di chiamarsi in causa nel ruolo di mandanti, pur senza esserlo

Ci sono milioni di cittadini che restano alla finestra perché non si riconoscono nell’estremizzazione delle posizioni che caratterizza l’offerta politica in questa fase