Fatti

I dati della Fondazione Ismu. Nel 2019 sono stati 39 mila i migranti che hanno fatto domanda di asilo (erano state 54 mila nel 2018), in aumento le donne. Diminuiscono i richiedenti asilo provenienti dall’Africa (-86% in 3 anni). Aumentano i dinieghi e nel 2019 il 65% delle domande ha avuto esito negativo

A Doha, in Qatar, Usa e Talebani hanno firmato, il 29 febbraio, un accordo "di pace" che potrebbe mettere la parola fine ad una guerra quasi ventennale. Ne parliamo con Claudio Bertolotti, direttore di Start InSight, tra i massimi esperti di Afghanistan e con padre Giovanni Scalese che, da Kabul, guida la missione sui iuris nel Paese. Entrambi d'accordo: un passo verso la pacificazione del Paese ma non lasciarsi andare a facili entusiasmi. Il rischio guerra civile rimane dietro l'angolo

Sale la tensione in Siria, dove si combatte a Idlib. Ieri sera un raid dell’aviazione russa, alleata del presidente Assad, ha ucciso almeno 33 militari turchi presenti nella zona a sostegno delle milizie ribelli. La Turchia ha chiesto la convocazione, per oggi a Bruxelles, del Consiglio Nord Atlantico.  Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha espresso “condoglianze e piena solidarietà” alla Turchia. La popolazione civile, tra due fuochi, sta pagando un prezzo altissimo e cerca di fuggire in Turchia. Erdogan ha già detto che non controllerà i flussi migratori verso l’Europa. Un modo di fare pressione politica verso l’Ue. L'analisi dell'esperto Matteo Bressan e il grido di mons. Jean Abdo Arbach, arcivescovo melchita di Homs, Hama e Yabrud e presidente di Caritas Siria: "è una guerra totale"

I migranti lo chiamano “The Game” (il gioco), che poi proprio un gioco non è, anzi. Perché è molto pericoloso. Il ‘gioco’ consiste nell’attraversare i confini dei Paesi balcanici per cercare, a costo della vita, di entrare in territorio Ue, vera meta finale, percorrendo sentieri impervi, evitando fili spinati, barriere, telecamere termiche, droni, polizia, manganelli e forze armate. Terreno di gioco: la Rotta Balcanica. A raccontarla al Sir è Daniele Bombardi, coordinatore di Caritas Italiana nei Balcani