Migranti. Comboniani: "Il medio oriente scoppia, criminale accordo con la Turchia"
Mentre siamo "bombardati" dalle notizie sull'epidemia di coronavirus, "la pentola a pressione nel Medio Oriente sta scoppiando": lo denunciano i missionari comboniani. E chiedono "soluzioni umane" per i rifugiati
ROMA - Mentre siamo "bombardati" dalle notizie sull'epidemia di coronavirus, "la pentola a pressione nel Medio Oriente sta scoppiando": lo denunciano i missionari comboniani, con un messaggio-appello nel quale definiscono "criminale" l'accordo siglato dall'Ue con la Turchia e chiedono "soluzioni umane" per i rifugiati.
"Mentre siamo bombardati e storditi dalle notizie dell'epidemia coronavirus, la pentola a pressione nel Medio Oriente sta scoppiando" si legge nel documento, diffuso dalla Commissione giustizia e pace della congregazione. "La Turchia, in guerra contro la Siria, sostenuta dalla Russia, per il controllo della citta' di Idlib, si vede arrivare un altro milione di rifugiati, in buona parte bambini e donne. Ankara, che gia' trattiene sul suo suolo quattro milioni di rifugiati siriani e afghani per un accordo scellerato con la Ue, dalla quale ha ricevuto sei miliardi di euro, non ce la fa piu' e sta ricattando l'Europa per nuovi finanziamenti. Per ottenerli ha aperto le frontiere verso la Grecia. Diciottomila siriani hanno gia' attraversato il confine ma Grecia e Bulgaria hanno bloccato subito le loro frontiere. Molti stanno gia' dirigendosi anche verso le isole greche, in particolare Chio e Lesbo, dove c'e' gia' una situazione insostenibile. Basti pensare che a Lesbo, nel campo di Moria, che puo' ospitare 3mila persone, ci sono gia' 20mila rifugiati. Siamo al collasso".
I comboniani continuano, rivolgendo un appello all'Unione Europea: "Purtroppo l'Europa ha gia' la grossa pressione dei rifugiati che da anni si trovano bloccati sulle frontiere della Slovenia, Bosnia, Ungheria… Chiediamo all'Ue, che si proclama patria dei diritti umani: di annullare questo criminale accordo con Erdogan per trovare soluzioni umane per questi 4 milioni di rifugiati in Turchia; di intervenire subito per risolvere questa situazione infernale per i rifugiati che fuggono dalla regione di Idlib, in Siria; di ritornare all'operazione Sophia in tutto il Mediterraneo e specialmente in questo lembo di mare Egeo per salvare vite umane; di riprendere in mano, in sede Onu, la questione della Siria".
Infine la menzione di un incontro promosso dalla Conferenza Episcopale italiana a Bari, dal 19 al 23 febbraio, con il titolo "Mediterraneo frontiera di pace". Secondo i comboniani, la Cei deve "alzare la voce in favore di queste sorelle e fratelli che pagano per queste guerre di cui siamo anche noi responsabili".