Si è chiuso questa mattina a Baghdad il viaggio in Iraq (dal 5 marzo) di Papa Francesco. Il Sir ha raccolto il commento del patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako
Chiesa nel mondo
Da Najaf una promessa, ed è Sayyed Jawad Al-Khoei, esponente di spicco del mondo sciita iracheno, a formularla: “Dobbiamo continuare a rafforzare le nostre relazioni come istituzioni e individui. Presto ci recheremo in Vaticano per assicurarci che questo dialogo continui, si sviluppi e non si fermi qui. Il mondo deve affrontare sfide comuni e queste sfide non possono essere risolte da nessuno Stato, istituzione o persona, da soli, senza il coordinamento e la collaborazione di tutti e in tutto il mondo”
Perdono e conversione sono le due parole proprie del tempo liturgico che stiamo vivendo. I santi sono il punto di riferimento, afferma il Papa.
Quella che il matrimonio crea è la famiglia umana che si inserisce nella famiglia di Dio che è la Chiesa, in un rapporto di reciproca edificazione.
Lo Spirito, che il Signore effonde, dona il cuore nuovo e rende l’uomo e la donna capaci di amarsi, come Cristo ci ha amati. L’amore coniugale raggiunge quella pienezza a cui è interiormente ordinato, la carità coniugale, che è il modo proprio e specifico con cui gli sposi partecipano e sono chiamati a vivere la carità stessa di Cristo che si dona sulla Croce. […] In virtù della sacramentalità del loro matrimonio, gli sposi sono vincolati l’uno all’altra nella maniera più profondamente indissolubile. La loro reciproca appartenenza è la rappresentazione reale, per il tramite del segno sacramentale, del rapporto stesso di Cristo con la Chiesa.
Giovanni Paolo II, Familiaris Consortio, n.13 – 22 novembre 1981
"L'Iraq rimarrà sempre con me, nel mio cuore". Ad assicurarlo è stato il Papa, al termine della messa ad Erbil, momento conclusivo del suo viaggio, prima del ritorno a Roma di domani. Mosul, con la preghiera per le vittime della guerra, e Qaraqosh, per l'incontro con la più grande comunità a maggioranza cristiana, le altre tappe della terza giornata.
“Se Dio è il Dio della vita – e lo è –, a noi non è lecito uccidere i fratelli nel suo nome. Se Dio è il Dio della pace – e lo è –, a noi non è lecito fare la guerra nel suo nome. Se Dio è il Dio dell’amore – e lo è –, a noi non è lecito odiare i fratelli”.
Se Gesù fosse stato indifferente ai mercanti nel tempio avrebbe dimostrato un amore verso di noi pavido e distaccato, ma poiché la misura dell’amore si rivela dalla passione, egli non ha esitato a mostrare la sua santa ira per rivelarci che il prezzo pagato per la nostra salvezza è la sua stessa vita donata sulla croce
Il direttore dell’Ufficio catechistico nazionale della Conferenza episcopale italiana è intervenuto alla due giorni di formazione e dibattito promosso dalla Fondazione Missio e indirizzato specialmente ai più giovani. “Se vogliamo realizzare una catechesi che educhi alla missionarietà, alla mondialità, che accompagni i ragazzi a vivere questo spirito di apertura e di accoglienza, dobbiamo seguire un ‘Galateo della comunità’ al cui primo punto c’è ‘l’accorciare le distanze’ e al secondo il ‘prendersi cura’”
Lo storico incontro a porte chiuse con il Grand Ayatollah Al Sistani, l'incontro interreligioso nella piana di Ur e la Messa nella cattedrale caldea di San Giuseppe. Sono i tre momenti che hanno scandito la seconda giornata del Papa in Iraq, per compiere un altro passo sul cammino della fraternità
Padre Amir Jaje, domenicano iracheno, racconta il dietro le quinte degli incontri di Najaf e piana di Ur. “Molti mi hanno confidato di essere rimasti toccati dalla personalità di Papa Francesco. Un uomo – mi hanno detto - che fa trasparire una profonda pace interiore dal suo volto”. E sulla visita del Papa al Grande Ayatollah Al-Sistami, dice: “Questo incontro rappresenta un punto di forza per il dialogo ed uno slancio per tutti coloro che lavorano e soprattutto credono nel dialogo”
Quello di Abramo, cominciato proprio da Ur, “fu un cammino in uscita, che comportò sacrifici: dovette lasciare terra, casa e parentela. Ma, rinunciando alla sua famiglia, divenne padre di una famiglia di popoli”.
Mattinata storica a Najaf e nella piana di Ur. Prima l’incontro con il Grande Ayatollah Al-Sistani nella sua residenza privata dove sono discusse “le grandi sfide che l'umanità deve affrontare in questo periodo” e dove è stata sottolineata “l’importanza della collaborazione e dell’amicizia fra le comunità religiose”. Poi nella piana di Ur e l’incontro interreligioso con i rappresentanti musulmani, cristiani e sabei. Nella preghiera finale, l’invocazione all’unico Dio: “Sostienici nella ricostruzione di questa terra, dacci la forza per avviare una nuova vita”.
I 17 Obiettivi di Sviluppo sostenibile fissati dall’Onu devono “starci particolarmente a cuore sia come persone, perché condividiamo l’esigenza di un pianeta migliore e di una vita più degna per tutti, sia come cristiani, perché sulla linea del Magistero di Papa Francesco che si è concretizzato nella Laudato Si’, un bellissimo documento ripreso di recente con l’enciclica Fratelli tutti con nuovi spunti e nuove aperture, possiamo ritrovare alcuni elementi di riferimento”.
“Noi stiamo pregando tanto per questo viaggio perché la nostra terra sta sanguinando ed ha bisogno di pace”.
Papa Francesco oggi in Iraq e a Qaraqosh, nella Piana di Ninive, i giovani locali fremono per incontrarlo, domenica 7 marzo. Lanciano messaggi e canti in una città che indosserà il vestito della festa. La testimonianza di padre Haitham Hano, francescano della Custodia di Terra Santa, originario di Qaraqosh, venuto apposta da Gerusalemme: "Qaraqosh è sempre stata definita una fontana di vocazioni. Speriamo che da questi visita arrivino altre chiamate"