Chiesa nel mondo

Da Najaf una promessa, ed è Sayyed Jawad Al-Khoei, esponente di spicco del mondo sciita iracheno, a formularla: “Dobbiamo continuare a rafforzare le nostre relazioni come istituzioni e individui. Presto ci recheremo in Vaticano per assicurarci che questo dialogo continui, si sviluppi e non si fermi qui. Il mondo deve affrontare sfide comuni e queste sfide non possono essere risolte da nessuno Stato, istituzione o persona, da soli, senza il coordinamento e la collaborazione di tutti e in tutto il mondo”

Quella che il matrimonio crea è la famiglia umana che si inserisce nella famiglia di Dio che è la Chiesa, in un rapporto di reciproca edificazione.

Lo Spirito, che il Signore effonde, dona il cuore nuovo e rende l’uomo e la donna capaci di amarsi, come Cristo ci ha amati. L’amore coniugale raggiunge quella pienezza a cui è interiormente ordinato, la carità coniugale, che è il modo proprio e specifico con cui gli sposi partecipano e sono chiamati a vivere la carità stessa di Cristo che si dona sulla Croce. […] In virtù della sacramentalità del loro matrimonio, gli sposi sono vincolati l’uno all’altra nella maniera più profondamente indissolubile. La loro reciproca appartenenza è la rappresentazione reale, per il tramite del segno sacramentale, del rapporto stesso di Cristo con la Chiesa.

Giovanni Paolo II, Familiaris Consortio, n.13 – 22 novembre 1981

"L'Iraq rimarrà sempre con me, nel mio cuore". Ad assicurarlo è stato il Papa, al termine della messa ad Erbil, momento conclusivo del suo viaggio, prima del ritorno a Roma di domani. Mosul, con la preghiera per le vittime della guerra, e Qaraqosh, per l'incontro con la più grande comunità a maggioranza cristiana, le altre tappe della terza giornata.

Se Gesù fosse stato indifferente ai mercanti nel tempio avrebbe dimostrato un amore verso di noi pavido e distaccato, ma poiché la misura dell’amore si rivela dalla passione, egli non ha esitato a mostrare la sua santa ira per rivelarci che il prezzo pagato per la nostra salvezza è la sua stessa vita donata sulla croce

Il direttore dell’Ufficio catechistico nazionale della Conferenza episcopale italiana è intervenuto alla due giorni di formazione e dibattito promosso dalla Fondazione Missio e indirizzato specialmente ai più giovani. “Se vogliamo realizzare una catechesi che educhi alla missionarietà, alla mondialità, che accompagni i ragazzi a vivere questo spirito di apertura e di accoglienza, dobbiamo seguire un ‘Galateo della comunità’ al cui primo punto c’è ‘l’accorciare le distanze’ e al secondo il ‘prendersi cura’”

Padre Amir Jaje, domenicano iracheno, racconta il dietro le quinte degli incontri di Najaf e piana di Ur. “Molti mi hanno confidato di essere rimasti toccati dalla personalità di Papa Francesco. Un uomo – mi hanno detto - che fa trasparire una profonda pace interiore dal suo volto”. E sulla visita del Papa al Grande Ayatollah Al-Sistami, dice: “Questo incontro rappresenta un punto di forza per il dialogo ed uno slancio per tutti coloro che lavorano e soprattutto credono nel dialogo”

Mattinata storica a Najaf e nella piana di Ur. Prima l’incontro con il Grande Ayatollah Al-Sistani nella sua residenza privata dove sono discusse “le grandi sfide che l'umanità deve affrontare in questo periodo” e dove è stata sottolineata “l’importanza della collaborazione e dell’amicizia fra le comunità religiose”. Poi nella piana di Ur e l’incontro interreligioso con i rappresentanti musulmani, cristiani e sabei. Nella preghiera finale, l’invocazione all’unico Dio: “Sostienici nella ricostruzione di questa terra, dacci la forza per avviare una nuova vita”.

I 17 Obiettivi di Sviluppo sostenibile fissati dall’Onu devono “starci particolarmente a cuore sia come persone, perché condividiamo l’esigenza di un pianeta migliore e di una vita più degna per tutti, sia come cristiani, perché sulla linea del Magistero di Papa Francesco che si è concretizzato nella Laudato Si’, un bellissimo documento ripreso di recente con l’enciclica Fratelli tutti con nuovi spunti e nuove aperture, possiamo ritrovare alcuni elementi di riferimento”.

Papa Francesco oggi in Iraq e a Qaraqosh, nella Piana di Ninive, i giovani locali fremono per incontrarlo, domenica 7 marzo. Lanciano messaggi e canti in una città che indosserà il vestito della festa. La testimonianza di padre Haitham Hano, francescano della Custodia di Terra Santa, originario di Qaraqosh, venuto apposta da Gerusalemme: "Qaraqosh è sempre stata definita una fontana di vocazioni. Speriamo che da questi visita arrivino altre chiamate"