Chiesa nel mondo

Al via la campagna "Dacci oggi il nostro pane quotidiano" per aiutare i Paesi poveri che più soffrono l'impatto sociale ed economico della pandemia. Secondo il Wfp almeno 135 milioni di persone sono in condizioni di insicurezza alimentare acuta a causa delle misure di contenimento messe in atto nei vari Paesi. Duplice lo scopo: sensibilizzare le comunità cristiana e raccogliere fondi per finanziare una settantina di progetti in Africa, Asia, America ed Europa dell'Est. Intervista a Paolo Beccegato, vicedirettore di Caritas italiana

Francescana alcantarina e dottoressa specializzata in medicina interna, suor Mariachiara Ferrari ha prestato servizio per un mese nel pronto soccorso dell'ospedale di Piacenza: "La voce dei familiari che mi chiedevano di dire le ultime parole ai loro parenti, dei figli che mi chiedevano di accarezzare la loro madre. Momenti toccanti che il cuore conserva”.

L’esperienza ecclesiale della clausura forzata, imposta dall’epidemia di Covid-19, ha portato le Chiese tedesca e austriaca a confrontarsi con la necessità di rendere il contatto digitale con i fedeli il più umano e coinvolgente possibile. Già da tempo le diocesi e le parrocchie sfruttano il mondo digitale per stare in contatto con i propri fedeli, e le esperienze sia sui social- media, sia in streaming su canali dedicati hanno dato negli anni grandi soddisfazioni. Ma ciò che è risultato dall’esperienza delle restrizioni alle celebrazioni, è andato oltre il semplice incremento delle liturgie rilanciate da Facebook, Instagram, Youtube: che, deve essere sottolineato, hanno letteralmente invaso il mondo delle dirette in streaming in questi ultimi mesi

Mondragone, in provincia di Caserta, è da giorni sotto i riflettori per la scopera di un focolaio di coronavirus. L'emergenza, però, ha scoperchiato una realtà difficile dove ci sono famiglie bulgare di etnia rom che vivono in condizioni ai limiti: le donne nei campi lavorano tutto il giorno per 1,5/2 euro all'ora, gli uomini passano la giornata in strada senza far niente, i bambini non frequentano la scuola. "Noi - ci racconta don Osvaldo Morelli, che è anche il direttore della Caritas diocesana di Sessa Aurunca - siamo gli unici che dialoghiamo con loro, li accogliamo a mensa e li aiutiamo. Gli altri sanno, ma fanno a scaricabarile sulle responsabilità"

Parte oggi il “pronto intervento famiglie” promosso dalla Cei: una rete di 63 consultori con oltre 300 operatori disseminati su tutto il territorio nazionale per accogliere i bisogni dei nuclei familiari provati dall’emergenza pandemia e aiutarli a ripartire. Attivo il numero nazionale 0681159111 e, per le persone con disabilità, l’indirizzo e mail pastoraledisabili@chiesacattolica.it.

I più colpiti dal lockdown e dagli effetti della Covid-19 sono stati ancora una volta coloro che già prima della pandemia vivevano una situazione di disagio sociale e di deprivazione economica. Ma anche persone che non vivevano in precedenza particolari condizioni di disagio sono state ugualmente colpite dagli effetti socio-economici del virus. In questo senso, la cosiddetta diffusione “democratica” della malattia ha determinato la riduzione di quelle barriere di riservatezza che solitamente inibiscono il ricorso ai servizi della Caritas: si è registrato infatti in tutto il Paese, sia a Nord che a Sud, un aumento di “nuovi poveri”, ossia di persone che non si erano mai rivolte alla Caritas in passato e che si sono trovate nella condizione di dover richiedere una qualche forma di aiuto.

Ancora poche ore e poi il 1° luglio dovrebbe prendere il via l’annunciata annessione, da parte di Israele, delle aree della Cisgiordania dove sono state edificate oltre 130 colonie, considerate illegali dalla comunità internazionale. Le dure reazioni delle Chiese locali e internazionali per le quali l'annessione rischia di mettere una pietra tombale alla soluzione, da tutti sostenuta, dei "Due Popoli, Due Stati"