“Ancor di più quando si manifesta come sfruttamento, il lavoro minorile diventa un flagello che ferisce crudelmente l’esistenza dignitosa e lo sviluppo armonioso dei più piccoli, limitando considerevolmente le loro opportunità di futuro, poiché riduce e lede la loro vita per soddisfare i bisogni produttivi e lucrativi degli adulti”.
Chiesa nel mondo
“Fermatevi, fratelli e sorelle, fermatevi! Fermatevi, fabbricatori di armi, fermatevi!”. Così il Papa, nell’omelia della Messa per i defunti, presieduta al Cimitero Militare Francese di Roma e pronunciata a braccio, ha dato voce alle tombe presso le quali, prima della celebrazione eucaristica, ha sostato in preghiera.
I numeri, rilevati dall’Ufficio nazionale per la pastorale della vocazioni della Cei, mostrano una realtà in linea con il calo degli ultimi cinquant’anni. Secondo le statistiche dell’Annuario pontificio, infatti, nell’arco di mezzo secolo le nuove vocazioni in forza alla Chiesa cattolica sono diminuite di oltre il 60% passando dai 6.337 del 1970 ai 2.103 del 2019. E soltanto nei dieci anni che vanno dal 2009 al 2019, la flessione in Italia dei seminaristi diocesani è di circa il 28%
“Sono qui a Glasgow per ascoltare soprattutto i Paesi più colpiti dall’emergenza climatica, poi per incoraggiare chi si sta impegnando per combattere il riscaldamento del pianeta e anche per ricordare a tutti la dichiarazione che abbiamo fatto con Papa Francesco e il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I nella quale invitiamo, insieme al libro del Deuteronomio, a scegliere la vita. E per pregare. Si tratta di una questione morale, di vita o di morte, perché sono i nostri vicini più poveri, nel resto del mondo, che pagano il prezzo di questa catastrofe”.
“La strada che conduce al Regno di Dio e alla felicità” è “la strada dell’umiltà, della compassione, della mitezza, della giustizia e della pace”, ed “essere santi è camminare su questa strada”.
“Il comandamento più grande valeva nel passato come vale oggi, per i grandi peccatori e per i grandi santi”, osserva il parroco di Caivano
Il primo e più grande dovere per i cristiani riguardo alla propria vocazione è quello di ricordare che la santità non è un lusso per pochi ma un semplice dovere per tutti e se tutti siamo chiamati alla santità vuol dire che questa è possibile, praticabile, raggiungibile. La santità, la pienezza della vita cristiana non consiste nel compiere imprese straordinarie, ma nell’unirsi a Cristo, nel vivere i suoi misteri, nel fare nostri i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, i suoi comportamenti. La misura della santità è data dalla statura che Gesù Cristo raggiunge in noi, da quanto, con la forza dello Spirito Santo, modelliamo tutta la nostra vita sulla sua. Ma a che cosa serve ricordare i santi?
“In diverse parti del Vietnam le forti piogge prolungate di queste ultime settimane hanno causato vaste inondazioni, con migliaia di evacuati. La mia preghiera e il mio pensiero vanno alle tante famiglie che soffrono, insieme al mio incoraggiamento per quanti, Autorità del Paese e Chiesa locale, si stanno impegnando per rispondere all’emergenza. E sono vicino anche alle popolazioni della Sicilia colpite dal maltempo”.
Spesso il male interviene in questo modo nelle nostre coppie e nelle nostre famiglie. Davvero Satana è “l’avversario” e il diavolo “colui che divide”.
Come cristiani siamo chiamati a essere testimoni di un modo diverso di essere accanto all’altro, di guardare al creato per rispettarlo e esserne custodi.
All’antico Shemà, il Signore aggiunge l’amore per il prossimo, citando Levitico 19. Questo dunque, è il comandamento principe, quello su cui bisogna interpretare tutti quanti gli altri. Lo scriba, da parte sua, si manifesta concorde con quanto detto da Gesù, ma il giudizio nei suoi confronti è: "Non sei lontano dal regno di Dio". Lo scriba, infatti, ha ben compreso teoricamente il messaggio del Maestro, ma prova grande difficoltà nell’incarnarlo e coniugarlo con il servizio per il prossimo
Nei giorni di dialogo e di confronto interculturale l’Assemblea capitolare si è lasciata interpellare dal grido dei giovani, dalle urla dei poveri, dal clamore della terra depredata
Il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Terni-Narni-Amelia, presentata da mons. Giuseppe Piemontese, e ha nominato vescovo di Terni-Narni-Amelia mons. Francesco Antonio Soddu, finora direttore nazionale di Caritas Italiana.
Il Papa ha nominato vescovo di Ascoli Piceno mons. Gianpiero Palmieri, finora vicegerente di Roma, conferendogli il titolo di arcivescovo “ad personam”.
“I decisori politici che prenderanno parte alla Cop26 di Glasgow sono chiamati con urgenza ad offrire efficaci risposte alla crisi ecologica in cui viviamo e, in questo modo, concreta speranza alle generazioni future”.