Anffas Conselve, trent'anni d'impegno con le famiglie protagoniste
A Conselve, dal 1984, un gruppo di famiglie di persone con disabilità intellettiva e relazionale è riunito nell’associazione Anffas, affiliata alla struttura nazionale e collegata alle altre Anffas presenti in provincia. Oggi i soci sono 86 e l’associazione è una delle realtà più vivaci del territorio.
Essendo nata dai familiari, le attività principali sono legate all’aiuto reciproco, alla vigilanza sulla qualità dei sevizi del territorio e alla proposta di attività ricreative di inclusione sociale delle famiglie con persone con disabilità.
L’associazione si pone, inoltre, come stimolo per lo sviluppo di nuove soluzioni per l’abitare e la vita indipendente e ha attualmente un progetto in fase di studio, complementare ai servizi per l’abitare attivi nel territorio, già con la disponibilità di un immobile da sistemare di proprietà dell’associazione.
Abbiamo chiesto a Paola Baldo, presidente di Anffas Conselve, come è affrontato il tema del “Dopo di noi” in associazione
«Ne discutiamo spesso e quello che emerge è la consapevolezza che la risposta dei servizi pubblici accreditati non potrà essere sufficiente, né tantomeno la soluzione autonoma con la badante individuale presso il proprio domicilio.
Occorre sviluppare filiere di risposta, in cui sperimentare anche soluzioni innovative di co-housing e vita indipendente in parte autofinanziate».
Paola Baldo ha le idee chiare anche sulla legge112/2016
«La legge è utile per focalizzare l’attenzione sul problema, ma sufficiente soltanto per stimolare nuove soluzioni sperimentali. La dotazione economica è scarsa e rischia di non stimolare un approccio globale alla questione che è di grande respiro: dai servizi di cura, ai percorsi di applicazione, al supporto ai caregiver. Non servono interventi a spot avulsi dai piani di zona e dalla rete dei servizi esistenti.
La legge ha una concezione superata della vita indipendente, troppo centrata ancora sulle figure genitoriali. Il nome stesso tradisce questo approccio “Dopo di noi genitori”, mentre dovrebbe essere “Il nostro domani da adulti protagonisti della propria esistenza”.
Una volta in più è chiaro che dare spazio e voce a chi vive quotidianamente le problematiche aiuterebbe i legislatori e chi deve poi applicare le norme a individuare in maniera più centrata le reali necessità e le soluzioni più adeguate».
C’è molta strada da fare, ma associazioni come l’Anffas aiuteranno a indicare la rotta.
Per informazioni e contatti: www.anffasconselve.net