Terra Santa: mons. Pizzaballa, “non vogliamo essere messi sotto una campana di vetro, ma essere parte integrante di vita civile e religiosa”
“Siamo invitati a partecipare attivamente non solo alla vita della Chiesa, ciascuno secondo i suoi doni e la sua vocazione, ma anche a quella della nostra società. Non vogliamo essere protetti e messi sotto una campana di vetro, ma essere parte integrante della vita civile e religiosa di questa nostra società”.
È l’appello che il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa, ha lanciato ai cristiani durante la messa del 1° gennaio a Gerusalemme. “Parafrasando il Vangelo, nei nostri discorsi sento spesso dire che ci consideriamo e vogliamo essere ‘sale e luce’. Ma sempre parafrasando il Vangelo bisogna aggiungere che il sale non serve se conservato nei nostri begli armadi e che la luce va posta sul moggio”, ha spiegato il patriarca. “Quanto la nostra società, in Palestina, in Israele, in Giordania e a Cipro ha bisogno di sale e di luce, di persone che sappiano portare un contributo positivo, nel mondo della cultura, della solidarietà, della politica”, ha proseguito Pizzaballa. “A volte sento dire che noi cristiani vogliamo ‘protezione’, vogliamo cioè essere protetti dalle tante difficoltà e ostilità, avere i nostri spazi, dedicati a noi… Non posso condividere questo atteggiamento. Noi non vogliamo essere protetti e messi sotto una campana di vetro, ma essere parte integrante della vita civile e religiosa di questa nostra società. Ci troviamo in essa non per caso, ma per un disegno della Provvidenza e vogliamo perciò essere qui e ora parte integrante, costruttiva della vita civile. E, nella società, vogliamo essere coloro che annunciano la Buona Novella con il loro stile di vita, che sanno proporre modelli diversi di relazioni, alternative al nostro mondo di dolore, incentrate su uguaglianza e riconciliazione, rispetto reciproco e amore”.