“Peter is here”, la basilica di San Pietro su Minecraft e diventa un videogame
Un gioco interattivo pensato per far scoprire il cuore del Vaticano ai più piccoli: grazie a un accordo tra Microsoft e Minecraft Education, studenti e docenti avranno la possibilità di imparare la storia e le curiosità di San Pietro attraverso gli iconici “blocchi” del popolare videogioco

Una colomba che sorvola il cupolone del Vaticano, lo stile inconfondibile del baldacchino del Bernini e poi gli affreschi, le volte e la pavimentazione policroma, tutto realizzato con gli iconici blocchi Minecraft. La basilica di San Pietro si trasforma in un videogioco grazie al progetto “Peter is here: AI for Cultural Heritage”, un’iniziativa sviluppata in collaborazione con il colosso dell’informatica Microsoft. Attraverso un sapiente uso dell’intelligenza artificiale, la basilica prende vita all’interno di una inedita piattaforma di gaming, spalancando le proprie porte ai visitatori virtuali che potranno così osservare da vicino ambientazioni ricreate fin nel minimo dettaglio e cimentarsi in una serie di attività al contempo ludiche ed educative.
Gioco ed esperienza spirituale. Arte e tecnologia si fondono alla spiritualità di uno dei luoghi simbolo della cristianità, traducendo il capolavoro architettonico di San Pietro nel linguaggio “pixellato” e nella logica “digital” di Minecraft, famoso per i suoi ormai tipici mattoncini.
Un progetto che ha l’obiettivo di “avvicinare, attraverso l’intelligenza artificiale, la basilica di San Pietro alle persone e favorire al contempo un’esperienza spirituale”,
come dichiarato dal cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica vaticana, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e presidente della Fabbrica di San Pietro.
Intento formativo. Nato con l’intento di “armare i cuori di un desiderio di bellezza e di fraternità”, il videogioco è stato presentato lo scorso 18 marzo, appena un giorno prima delle celebrazioni per San Giuseppe, “l’educatore per eccellenza”. Una scelta, spiega lo stesso cardinal Gambetti, per rispettare l’intento formativo con cui è sorta la piattaforma destinata a far conoscere la basilica ai più giovani. Giocare a “Peter is here” offre la possibilità di “cimentarsi in interventi architettonici creativi, scoprire la storia della Basilica e restaurarla”, addentrandosi nelle sue viscere fino a scoprirne ogni angolo nascosto anche in versione multiplayer, per un’inedita “esperienza di fraternità”.
Nel cuore del Vaticano. Lontano dai pregiudizi che spesso accompagnano la percezione dei videogiochi, soprattutto nei confronti dei più piccoli o in contrapposizione allo studio, questa speciale versione di Minecraft pone al centro proprio gli utenti, rendendoli protagonisti di una storia ambientata nel cuore del Vaticano.
Presentato durante l’Anno santo, il gioco punta a diffondere in tutto il mondo “la cultura, la religione e il patrimonio di questa meravigliosa istituzione”,
secondo quanto affermato dal presidente di Microsoft, l’americano Brad Smith. Un tema, quello della diffusione potenzialmente globale del messaggio veicolato da “Peter is here”, che è stato ripreso anche da padre Enzo Fortunato: “Vorremmo che questo possa diventare il gioco ufficiale della seconda Giornata mondiale dei bambini, in programma nel 2026”, ha detto il direttore editoriale del magazine “Piazza San Pietro” durante la presentazione ufficiale della piattaforma.
Materiali per i docenti. Grazie a questa versione speciale di Minecraft, gli studenti avranno la possibilità di intraprendere un viaggio immersivo vestendo i panni di un restauratore incaricato di preservare la basilica di San Pietro. L’accordo con Microsoft, da oltre dieci anni proprietaria di Minecraft, permetterà infatti a studenti e insegnanti di avere accesso a una versione di prova di Minecraft Education e, dunque, di “Peter is here” direttamente attraverso il proprio account Office 365 o Microsoft 365 Education. E per incrementare l’impatto formativo del videogioco, i docenti avranno accesso a una serie di materiali come tutorial e quaderni di lavoro pensati appositamente per favorire il coinvolgimento degli studenti in questa inedita unione tra l’aspetto ludico, tipico delle piattaforme di gaming, la filosofia e le logiche che regolano l’ecosistema digitale e infine, ma non ultima, la sfera della cultura, dell’arte e della spiritualità, racchiuse tutte insieme sotto una cupola di San Pietro fatta a mattoncini.
Simone Matteis