Europol: il crimine cambia pelle, si adatta al digitale e aumenta gli “affari”
Il Rapporto 2025 dell'Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto al crimine illustra i mutamenti che stanno avvenendo nelle attività criminose, giudicate "destabilizzanti". Dalla droga alle armi, fino al traffico di esseri umani, non c'è limite per le vecchie e le nuove "mafie". Il commissario Ue Brunner: "Ogni sforzo per proteggere” i cittadini

La criminalità organizzata cambia pelle, trova strade e strumenti nuovi e moderni e così assume aspetti ancora più minacciosi. Ampliando i propri loschi “affari”. Lo afferma con chiarezza Europol, Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto al crimine, nel nuovo Rapporto 2025. “Dobbiamo fare ogni sforzo per proteggere” i cittadini dell’Unione europea: la nostra strategia di sicurezza interna affronterà queste sfide”, rassicura Magnus Brunner, commissario europeo per gli affari interni.
“Il Dna della criminalità organizzata sta cambiando profondamente, rendendolo più radicato e più destabilizzante che mai”, emerge dal documento, frutto del lavoro dell’Agenzia. “Non più vincolata a strutture tradizionali”, la criminalità organizzata, che opera in molteplici settori, dalla droga alla finanza, dal traffico di esseri umani a quello delle armi, “si è adattata a un mondo plasmato dall’instabilità globale, dalla digitalizzazione e dalle tecnologie emergenti”.
“Valutazione dell’Ue sulle minacce della criminalità organizzata e di altre forme gravi di criminalità” (Eu-Socta) è il titolo del Rapporto.
“A essere rimodellate sono le tattiche, gli strumenti e le strutture”.
Tre le caratteristiche distintive oggi: è sempre più destabilizzante la criminalità (intesa in un’accezione ampia) perché minaccia la sicurezza pubblica ma anche le fondamenta stesse delle istituzioni e della società. Il riciclaggio o il reinvestimento di proventi illeciti, la corruzione, la violenza e lo sfruttamento criminale di giovani autori si sommano alla collaborazione con gli attori di minacce ibride. È sempre più “digitale” nel senso che le operazioni criminali si muovono attraverso le infrastrutture digitali, permettendo espansione a adattamento a una velocità senza precedenti.
In internet le frodi informatiche e ransomware (malware che limita l’accesso del dispositivo che infetta, richiedendo un riscatto da pagare per rimuovere la limitazione), il traffico di droga e il riciclaggio di denaro si muovono e si nascondono e gli stessi i dati sono diventati “la nuova valuta del potere, rubati, scambiati e sfruttati dagli attori criminali”. Un’attività criminosa su larga scala sempre più sofisticata grazie alle tecnologie dell’intelligenza artificiale che “automatizzano ed espandono le operazioni criminali, rendendole più scalabili e più difficili da rilevare”.
Secondo il Rapporto 2025 di Europol
ci sono sette aree chiave in cui le reti criminali stanno diventando particolarmente sofisticate e pericolose:
gli attacchi informatici (sempre più spesso mirati a infrastrutture critiche, governi, aziende e individui), frodi online di varia natura, sfruttamento sessuale dei minori online, traffico di migranti, di droga, di armi da fuoco – in espansione grazie ai progressi tecnologici, ai mercati online e alla disponibilità di armi in Europa – e dei rifiuti. Si uniscono, dunque, minacce che si verificano nel mondo fisico a processi criminali che si spostano online.
Nell’era digitale i criminali prendono sempre più di mira gli individui che hanno accesso a sistemi digitali critici e utilizzano tattiche di reclutamento digitale per estendere la propria portata. A questo si accompagna, da un lato, l’evoluzione anche dei meccanismi finanziari con metodi di riciclaggio di denaro “incanalati in un sistema finanziario parallelo”, facilitato dalle piattaforme digitali e dalle tecnologie emergenti, e, dall’altro, una intensificazione della violenza correlata alla criminalità organizzata che “si sta riversando nella società più ampia”.
Per “restare al passo” con un’evoluzione della criminalità così rapida e pervasiva, ha dichiarato Catherine De Bolle, direttore esecutivo di Europol, illustrando il Rapporto (nella foto), occorre “rafforzare le capacità, ampliando l’intelligence, la portata operativa e le partnership per proteggere la sicurezza dell’Ue negli anni a venire”.
Spiega la nota di Europol, che il Rapporto Socta è il punto di partenza per definire l’approccio strategico dell’Europa alla lotta alla criminalità organizzata e alle forme gravi di criminalità: il Consiglio dell’Ue traccia poi, a partire da questo rapporto, le priorità per l’azione delle forze dell’ordine e i piani operativi della Piattaforma multidisciplinare europea contro le minacce criminali (Empcat). Ugualmente il documento è sotto la lente di ingrandimento delle forze dell’ordine nazionali e delle magistrature, anche italiane, e di realtà della società civile che operano per il contrasto al crimine e alla mafie, fra cui Libera.