Padre nostro; liberaci dal male o liberaci dal maligno?

La versione "liberaci dal male" è stata scelta per mantenere una lettura più universale e meno vincolata all'interpretazione di una lotta contro una figura malvagia specifica

Padre nostro; liberaci dal male o liberaci dal maligno?

La differenza tra “liberaci dal male” e “liberaci dal maligno” nel Padre nostro ha una base linguistica e teologica. La traduzione italiana del testo originale greco del Nuovo Testamento (Vangelo di Matteo 6,13) utilizza l’espressione “dal male”, ma la parola greca usata nel testo originario è “πονηροῦ” (ponērou), che può essere tradotta sia come “male” che come “maligno” o “malvagio”.

In particolare:

1. “Dal male”: Questa traduzione si concentra sulla dimensione più generale del “male” come sofferenza, peccato, difficoltà, ingiustizia e tutto ciò che è negativo e dannoso per l’umanità. Con “male” si intende quindi un concetto più ampio che include tutte le situazioni di pericolo o di oppressione che il credente può affrontare.

2. “Dal maligno”: La traduzione “dal maligno” è più specifica e si riferisce direttamente alla figura del “maligno”, cioè Satana o il diavolo, come l’entità che incita al peccato e alla tentazione. È una traduzione che pone l’accento sulla lotta contro le forze del male personificate, secondo una visione cristiana della lotta spirituale contro il diavolo.

La versione “liberaci dal male” è stata scelta per mantenere una lettura più universale e meno vincolata all’interpretazione di una lotta contro una figura malvagia specifica, anche se, in altre traduzioni bibliche, come in alcune versioni del latino, si trova l’espressione “dal maligno”. La differenza, dunque, sta nel modo in cui viene interpretato il “male”, che può essere visto come una condizione generica o come un’entità specifica. In ogni caso, la preghiera chiede la protezione da tutte le forme di male, che siano fisiche, morali o spirituali. Il Padre nostro secondo il Vangelo di Matteo (6,9-13) e Luca (11,2-4), è stata insegnata da Gesù ai suoi discepoli come modello di preghiera. La parte che ci interessa è quella che termina con l’espressione “liberaci dal male”. Nel testo greco originale di Matteo 6,13, la frase è: “ἀπὸ τοῦ πονηροῦ” (apò tou ponērou), dove: “ἀπὸ” (apò) significa “da” o “dal”. “τοῦ” (tou) è l’articolo definito, “il” o “lo”, che introduce un sostantivo. “πονηροῦ” (ponērou) è l’aggettivo che deriva dal sostantivo “πονηρός” (ponēros), che significa “malvagio”, “cattivo”, “peccaminoso” o “maligno”. Questo aggettivo “πονηρός” è usato nella Bibbia per designare sia il “male” in senso generale che una persona malvagia o un’entità maligna. Può dunque riferirsi al male come forza astratta (ad esempio, le tentazioni o le difficoltà che affrontiamo nella vita) o a una figura concreta, come il “maligno” o “Satana”. La scelta di “liberaci dal male” indica una visione di protezione universale, in cui il male non è visto solo come un’entità personale (come Satana), ma come un concetto che abbraccia tutte le forme di sofferenza e ingiustizia nel mondo. La richiesta di liberazione non riguarda solo la lotta contro il male spirituale, ma anche contro le difficoltà quotidiane, le ingiustizie sociali, la malattia, la morte, e tutte le prove della vita che possono portare all’allontanamento dalla fede o dal bene. Se si utilizza l’espressione “dal maligno”, la preghiera assume un tono più specificamente spirituale. Il “maligno” rappresenta le forze demoniache o diaboliche che cercano di sedurre l’umanità lontano da Dio. In questa lettura, la preghiera chiede una protezione contro il diavolo e le sue tentazioni, cercando la forza per resistere alla tentazione e al peccato. La scelta di tradurre “ἀπὸ τοῦ πονηροῦ” come “dal male” o “dal maligno” dipende dalla tradizione teologica e dalla sensibilità dei traduttori. In generale, “dal male” è una traduzione più ampia che si riferisce al male in senso generico, mentre “dal maligno” accentua la figura di un nemico spirituale concreto, Satana o il diavolo. Entrambe le interpretazioni sono valide, ma l’interpretazione “dal male” tende a essere più inclusiva, abbracciando tutte le manifestazioni del male che l’individuo può affrontare.

Paolo Morocutti

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Fonte: Sir