Le monete senza volto di Francesco e i francobolli dei viaggi

“Il denaro deve servire e non governare”. Altrimenti l’uomo rischia di essere considerato “come un bene di consumo che si può usare e poi gettare”. 

Le monete senza volto di Francesco e i francobolli dei viaggi

Già il 16 maggio 2013, due mesi dopo essere stato eletto 266° vescovo di Roma, rivolgendosi ai nuovi ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, papa Francesco denunciò il feticismo del denaro e il rischio di una “dittatura dell’economia senza volto né scopo realmente umano”.

Che le sue non fossero parole al vento lo si capì all’inizio del 2017, quando vennero coniate le nuove monete in euro dello Stato della Città del Vaticano. Orbene, se fino al 2016 era prassi che sul diritto degli euro comparisse l’effigie del Pontefice regnante (prima Giovanni Paolo II, poi Benedetto XVI, per tre anni lo stesso Francesco), successivamente sul diritto delle otto monete della serie divisionale (da 1, 2, 5, 10, 20, 50 centesimi, uno e due euro) apparve invece lo stemma papale.

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In verità, già nel 2005, alla morte di papa Giovanni Paolo II, sulla faccia nazionale delle monete della serie divisionale coniata durante la Sede Vacante, era stato impresso lo stemma del cardinale camerlengo,  all’epoca lo spagnolo Eduardo Martinez Somalo. Nel 2013, allorché papa Ratzinger diede le dimissioni, per la Sede Vacante venne emessa una sola moneta commemorativa che recava lo stemma del cardinale camerlengo Tarcisio Bertone.

Nel triennio 2014-2015-2016, furono utilizzate tre immagini di Papa Francesco: di profilo con lo sguardo rivolto a sinistra per le monete da 1, 2, 5 centesimi; un’immagine frontale per i 10, 20 e 50 centesimi; di profilo con lo sguardo rivolto a destra per le monete da un euro e da due euro.

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Poi, come detto, in Vaticano, su input del Papa, venne attuata una vera e propria “rivoluzione numismatica”. Il volto del Pontefice venne sostituito, sia per le serie divisionali che per gli euro commemorativi, dallo stemma papale nel quale Jorge Mario Bergoglio ha espresso la propria particolare devozione per la Vergine Santissima e per San Giuseppe. Va aggiunto che, in precedenza, nel 1970, quando le monete erano in lire, anche Paolo VI aveva sostituito il proprio volto con lo stemma papale. Poi, da Giovanni Paolo I in avanti, si era tornati all’antico.

A ricordare l’instancabile attività di evangelizzazione del pontefice argentino (47 viaggi apostolici in 66 Paesi del mondo) resteranno i francobolli vaticani emessi, l’anno successivo alle trasferte, a ricordo dei suoi viaggi nel mondo. Aprirono la serie, il 24 novembre 2014, i due valori (rispettivamente da 70 e 85 centesimi) che immortalano il pontefice con bandiera brasiliana e la statua del Cristo Redentore e la messa a Lampedusa.

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Quattro i valori emessi nel 2015: tre da 95 centesimi per le missioni in Albania, a Strasburgo e in Turchia e il 2,45 euro per il viaggio nella Corea del Sud; lo stesso giorno un altro foglietto immortalò il viaggio in Terra Santa. Sono stati riuniti viceversa, in un foglietto da quattro euro, uscito il 13 settembre 2016, i Paesi toccati nel 2015: Repubblica Centrafricana, Bosnia, Bolivia, Cuba, Filippine, Sri Lanka, Uganda, Kenya, Paraguay, Stati Uniti d’America, Ecuador. Sei valori da 95 centesimi sono stati messi in vendita il 23 novembre 2017 per le trasferte in Armenia, Georgia e Azerbaijan, Lesbo, Grecia, Messico, Polonia per la GMG e Svezia. In un coloratissimo foglietto da 1,15 euro, datato 9 novembre 2018, Francesco stringe virtualmente le mani dei fedeli incontrati in Bangladesh, Myamar, Portogallo ed Egitto. C’è solo l’incontro “Mediterraneo-Frontiera di pace” (Bari, 23 febbraio 2020) nel francobollo da 2,40 euro emesso il 9 novembre 2021.

Iraq, Budapest, Slovacchia, Cipro e Grecia sono invece le mete ricordate nel tenerissimo foglietto da 1,25 euro, uscito il 16 novembre 2022, in cui papa Bergoglio abbraccia un piccolo migrante.

Il riassunto delle missioni del 2018 arrivò ai collezionisti il 10 settembre 2019: ricordati Cile e Perù, Ginevra, Irlanda e Repubbliche baltiche. In un ricco foglietto, emesso il 10 novembre 2020, sono stati immortalati i viaggi del 2019: Mozambico-Mauritius-Madagascar; Emirati Arabi; Panama; Bulgaria-Macedonia del Nord; Marocco, Romania, Thailandia-Giappone. Un altro foglietto, da 2,45 euro, emesso il 23 novembre 2023, ricorda le tappe del 2022: Malta, Canada, Kazakistan e Bahrein. Il Pontefice non si è risparmiato nemmeno nel 2023 (celebrato il 4 novembre 2024 in un foglietto da 2,45 euro): toccati Repubblica Democratica del Congo e Sudan; Ungheria; Portogallo per la GMG; Mongolia; Marsiglia.

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Quanto all’Italia, il nostro Paese (quando ministro dello Sviluppo economico era il padovano Flavio Zanonato) ha partecipato, il 2 maggio 2013, con un valore da 70 centesimi, all’emissione congiunta con Vaticano (che ha proposto quattro francobolli) e Argentina. E’ invece datato 22 febbraio 2014 il dentello da 70 centesimi in cui papa Bergoglio, durante il Concistoro, impone la berretta cardinalizia a un presule dalla silhouette non meglio identificata.

Va infine ricordato che fra gli interessi giovanili del piccolo Jorge Mario Bergoglio c’erano anche i francobolli. “Oltre alla matematica – si legge a pagina 55 di “Life. La mia storia nella Storia”, la biografia di Papa Francesco raccolta da Fabio Marchese Ragona e pubblicata nel marzo 2024 – Jorge ama anche la lettura, la filatelia e lo sport; gioca a basket con papà Mario, tira calci agli amichetti del quartiere e poi ogni domenica va allo stadio con tutta la famiglia”.

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Una passione confermata da “Spera”, l’autobiografia scritta con Carlo Musso e uscita a gennaio 2025. A pagina 118 Jorge Mario Bergoglio racconta: “Oltre al calcio e alla pallacanestro, mi piaceva collezionare francobolli, una passione che mi aveva passato mio zio Oscar Adrien, il quarto fratello di mamma che sarebbe morto in un incidente”.

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Fonte: Sir