La preghiera, terzo cardine della vita spirituale. Come pregare insieme? Nulla è più prezioso di aprire la Parola di Dio e spezzarla insieme, con le risorse che ognuno ha
Quanto valore può avere che genitori, figli – magari anche nonni – preghino per la pace, perché tacciano le armi, o per le vittime dei conflitti, oppure per altre famiglie con maggiori difficoltà?

Con il digiuno e l’elemosina, la preghiera è uno dei cardini della vita spirituale che la Chiesa propone per il tempo di Quaresima. Il Signore chiede ai suoi discepoli di pregare senza stancarsi mai e ciò significa che non dobbiamo meravigliarci o scandalizzarci più di tanto se non sempre ci viene spontaneo rivolgere la nostra mente e il nostro cuore a Dio. In questa, come in tante altre situazioni, possiamo dire che la spontaneità non è un corretto metro di qualità, o quanto meno non l’unico. Pregare contempla esercitarsi perché si possa mantenere una costanza e una fedeltà che non vengono da sé. Ma se questo è in relazione alla dimensione personale, non c’è meno bisogno di armarsi di pazienza e ubbidienza quando si vuole pregare insieme in famiglia.
Oggi quanto più un nucleo famigliare è numeroso tanto più eccentrici sono i movimenti dei suoi membri perché ciascuno ha mille impegni e appuntamenti ed è difficile che si sia disposti a venir meno ad essi per trovare uno spazio comune da investire per un momento di preghiera condivisa. È necessaria una volontà a monte che trovi tutti concordi nel voler investire energie positive in questo sforzo. Non avrebbe senso imporre ai ragazzi, soprattutto se adolescenti, una decisione che loro sentissero come un peso. L’effetto sarebbe senz’altro controproducente. Quello che è opportuno fare e concordare anche la forma che più si adatti alle caratteristiche e ai ritmi di ciascuna casa. Per alcuni un momento favorevole potrebbe essere la mattina ritagliando qualche minuto di anticipo sulla sveglia, o durante la colazione. Per altri la fascia preserale, magari al posto di un po’ di tv. Altri ancora potranno scegliere di rendere più corposa la preghiera prima della cena e farla proseguire nel tempo durante il pasto. Un’altra possibilità è concedersi qualche minuto prima di coricarsi. Inutile nascondere che è richiesto un minimo di sacrificio, ma è anche garantito che dopo un primo rodaggio, come in ogni allenamento, si possono già notare i primi effetti benefici. Ma come pregare insieme? Nulla è più prezioso di aprire la Parola di Dio e spezzarla insieme, con le risorse che ognuno ha, ascoltandola e ascoltandosi; ponendo domande al testo e rispondendo insieme. La cadenza più condivisibile è quella di lasciarsi ispirare dal passo di Vangelo di ogni giorno, ma per il tempo di Quaresima, in particolare, si potrebbe scegliere di leggere in continuità il discorso della montagna secondo Matteo. La lettura di questo testo potrà ispirare nei cuori di tutti intenzioni particolari e sarebbe bello che queste non fossero solo rivolte all’interno della famiglia stessa ma spazino anche al di fuori di essa. Se è vero che quando due o tre sono riuniti nel nome di Gesù la loro invocazione non potrà non essere accolta, quanto valore può avere che genitori, figli – magari anche nonni – preghino per la pace, perché tacciano le armi, o per le vittime dei conflitti, oppure per altre famiglie con maggiori difficoltà? La preghiera è anima della comunione fra noi e con gli altri ed è la via per aprire le porte e aiutarci ad essere meno ripiegati su noi stessi e più capaci di guardare con generosa compassione alle sofferenze degli altri.