Bielorussia-Polonia: Perego (Migrantes), “migranti strumentalizzati per fini politici. Tutelare i più deboli e risolvere questioni”
Un forte appello per “la tutela delle persone migranti e dei soggetti deboli ammassati al confine tra Bielorussia e Polonia in condizioni drammatiche e in una stagione fredda oramai prossima all’inverno. Ancora una volta i migranti vengono strumentalizzati e diventano vittime di rifiuto o sfruttamento”.
Con l’auspicio di “un intervento diretto dell’Unione europea, che distingua innanzitutto il valore e l’importanza di una protezione internazionale e le varie problematiche politiche che devono essere risolte sul piano diplomatico”. Lo lancia mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes, parlando al Sir della situazione alla frontiera tra Bielorussia e Polonia, con migliaia di migranti che cercano di entrare nell’Unione europea e tensioni e arresti da parte della polizia polacca. “Sono persone disperate come quelle che percorrono la rotta balcanica, si sta verificando la stessa situazione – osserva mons. Perego -. Bisogna prima di tutto capire chi sono e nel caso attivare le procedure di protezione internazionale a seconda della provenienza e delle storie personali. Soprattutto nei confronti dei soggetti più deboli e per coloro – come gli afghani – per i quali ci sono accordi di tutela prioritari”. Tra i “volti che andrebbero più tutelati – prosegue – ci sono quelli dei bambini, delle donne, persone che portano con sé una serie di sofferenze durante un lungo e difficile viaggio, che lascia alle spalle situazioni di violenze, guerra e abbandono”. Il presidente della Migrantes chiede alla Polonia di “tutelare le persone, coniugando sul territorio quei quattro verbi che Papa Francesco continua a consegnare alle nostre Chiese: accogliere, tutelare, promuovere ed integrare”. Alla Bielorussia rivolge un invito “a non strumentalizzare per fini politici le persone deboli e in cammino”. Il governo italiano, in questo caso, “può continuare nel suo impegno di accoglienza, dando dimostrazione alla Polonia di una apertura e attenzione alla tutela e alla protezione internazionale, mostrando la possibilità di corridoi umanitari e della realizzazione di una struttura di accoglienza che impegni tutti i 27 Paesi europei”. La Russia, da parte sua, “può fare la differenza anche in termini di un cambiamento di atteggiamento nei confronti dei migranti in cammino”. “Speriamo non ci sia una guerra perché non conviene a nessuno – conclude -. Importante è che la violenza non venga pagata dai migranti e dai soggetti deboli”.