Il presidente imbarazzante. Bolsonaro, le violenze in Prato della Valle e i militari
Che cosa resterà della visita di Jair Bolsonaro a Padova? Non c’è una risposta netta, come in tutti i casi nei quali la realtà è molto più complessa dell’idea che ci siamo fatti. Nel passaggio del presidente brasiliano non è tutto male o tutto bene, come qualcuno vuole far credere.
Chiara emerge però un’impressione: che esponenti politici e sistema mediatico abbiano finito per moltiplicare l’attenzione su un evento che poteva anche passare in secondo piano, generando meno polemiche e anche meno scontri di piazza. Intendiamoci, un atto pubblico c’è stato, la cittadinanza onoraria di Anguillara Veneta e su questo facciamo nostre le parole espresse dalla Chiesa di Padova, e prima ancora da un gruppo nutrito di missionari della nostra terra che in Brasile vivono oggi o hanno operato nel passato.
L’idea espressa dalla maggioranza nel consiglio comunale di conferire un’onorificenza a un singolo per rappresentare un ampio gruppo di migranti che in decenni raggiunsero l’America latina, o addirittura l’intero popolo brasiliano, non sta in piedi: la cittadinanza è strettamente personale e perché oggi Bolsonaro non rappresenta se non parte del suo popolo. In un Paese dove le polarizzazioni economiche e sociali sono sempre state ai massimi livelli – con resort con piscina a pochi passi da immense favelas – oggi attorno alla figura del presidente aumenta il livello di conflittualità. Se poi l’obiettivo era nobilitare l’emigrazione veneta, si poteva scegliere un personaggio meno controverso.
Ben 152 vescovi, già nel luglio del 2020, scrivevano sul quotidiano A Folha de São Paulo come in Brasile fosse in atto una tempesta perfetta per la crisi sanitaria, il collasso economico e «una tensione che scuote le fondamenta della Repubblica, provocata in gran parte dal presidente e altri settori della società». I pastori testimoniavano che «percepiamo con chiarezza l’incapacità e l’inadeguatezza del governo federale», nell’affrontare la crisi. «Perfino la religione è impiegata per manipolare sentimenti e credenze, provocare divisioni, diffondere odio, creare tensioni fra le Chiese e i loro leader». Ma facevano riferimento anche a discorsi antiscientifici che tentavano di normalizzare il Covid, trattandolo come frutto del caso o una punizione divina». Ma non è tutto qui. Alla Cop26 in corso a Glasgow per arginare la crisi climatica si discute lo stop alla deforestazione entro il 2030: una proposta sottoscritta dallo stesso Bolsonaro, il quale è già stato denunciato per due volte alla Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità proprio perché le sue politiche avrebbero accelerato gli abbattimenti in Amazzonia. I nostri missionari ci raccontano di attività estrattive illegali e impianti per la produzione di energia che minacciano l’esistenza stessa dei popoli originari.
Per tutto questo quella cittadinanza onoraria è imbarazzante. E tuttavia imbarazzanti sono anche le scene che abbiamo dovuto vedere in Prato della Valle nella Solennità di tutti i santi. Manifestare il dissenso non può mai tradursi in lanci di oggetti sulle forze dell’ordine o nell’impedire per ore a chicchessia di accedere a un luogo di culto, come la Basilica del Santo. Sacrosanta la scelta dei frati di permettere al presidente brasiliano il passaggio alla tomba di Antonio dopo la chiusura della chiesa al pubblico. E in tutta onestà qualche punto di domanda rimane anche sull’assenza di autorità a Pistoia, martedì 2 novembre, dove Bolsonaro non era solamente in visita privata alle origini della sua famiglia, come a Padova. La commemorazione dei militari brasiliani che hanno perso la vita nelle fila alleate per la liberazione della Penisola dall’occupazione nazista, dopo la dittatura fascista, ha significati che superano la contingenza e le valutazioni sulla statura della persona che ricopre la carica di presidente in un preciso momento.