Idee

Probabilmente quello che abbiamo visto in questi mesi non è il vero smart working. Non è quella forma di lavoro agile che esisteva prima del Covid e che in alcuni Paesi venne avviata dagli anni '90. Il nostro è uno smart working d’emergenza, bene accolto dai lavoratori e deciso unilateralmente dalle aziende nell'affanno di una drammatica crisi sanitaria. Quello che vediamo è troppo poco regolato, si inventa sulle fragili connessioni esistenti, non ha separazione fra tempi di lavoro e di vita. Dal punto di vista dell’impresa, è poco coordinato e controllato nella misurazioni delle performance (tema delicatissimo – lo si vedrà nei prossimi mesi - da un punto di vista sindacale e della privacy) sulle operazioni standardizzabili. E’ una materia tutta da definire, comprende salute e orari variabili, diritto alla disconnessione, ricadute contrattuali e sulle procedure per lavorare in team

Sullo sfondo di tutto – o in primo piano, a seconda del punto di osservazione – c'è la questione dell'andamento dei contagi che condiziona qualsiasi operazione e progetto si intenda mettere in campo. Dall'altra parte, incombe una scadenza elettorale che coinvolge potenzialmente tutti i cittadini, chiamati a votare per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, con un doppio appuntamento (e in alcuni casi triplo, laddove si vota anche per i Comuni) nelle Regioni in cui si eleggono i cosiddetti “governatori”

Contrastare ogni forma di discriminazione, rilanciare i patti educativi per tenere aperte le scuole tutto il giorno e attività differenziate secondo i bisogni di ognuno, tra le priorità sottolineate dalle organizzazioni. "Contrastare ogni forma di discriminazione"

Esperti ed amministratori pubblici stanno trovando le norme concrete per il nuovo anno. Siano applicate con grande, grande realismo. L’obiettivo è ripartire. Ma non perché la scuola è un parcheggio mentre i genitori lavorano o l’università un parcheggio in attesa di trovare lavoro. Dobbiamo imparare a convivere col virus, che significa, molto banalmente e molto semplicemente, adottare, tutti e ciascuno, dei comportamenti prudenti. Comportamenti che richiedono disciplina e non ci sono eccezioni per ricchi e furbi. E se i comportamenti si basano anche sull'educazione, è su questa che bisogna investire.

Turni per la frequenza ai corsi più affollati, lezioni online, videoregistrate e inserite in una piattaforma per garantire a tutti il diritto allo studio in sicurezza. L’Ateneo del Papa è pronto a ripartire. Parla il rettore: “Non è il luogo fisico ma il rapporto tra docente e studente a creare l’università”

Per il Veneto sarà un vero e proprio election day: quello in programma domenica 20 e lunedì 21, infatti, vedrà accorpati sia il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari sia le elezioni regionali. Ai blocchi di partenza si presentano nove candidati alla presidenza della Regione e 17 liste.

Seggi ridotti alla Camera da 630 a 400 e al Senato da 315 a 200. ll prossimo 20 e 21 settembre gli elettori italiani sono chiamati alle urne per esprimersi, attraverso referendum costituzionale, sulla riduzione di un terzo del numero dei parlamentari. Ma non è una questione - solo - economica come sbandierato dal Movimento 5 Stelle: la riflessione è sul rapporto di rappresentanza tra cittadino ed eletto 

Presa di posizione netta di Alberto Pellai, psicoterapeuta dell'età evolutiva: “Vogliamo essere mamme e papà di figli che hanno diritto alla scuola e allo studio. Per quanto difficile possa essere, a fianco della parola 'prevenzione' c’è un’altra parola chiave che deve tornare nelle nostre vite e in quella dei nostri ragazzi: normalità”. E si accende il dibattito