Gli esperimenti non sono solo un orrore commesso dall’uomo in passato. I trattati ci sono, ma sono fragili perché mancano le firme degli Stati “armati”. Il 29 agosto 1991 chiudeva il poligono di Semipalatinsk, oggi in Kazakistan. La Giornata contro i test nucleari ci ricorda le conseguenze radioattive che stiamo ancora pagando. Sugli atolli polinesiani di Mururoa e Fangataufa per 30 anni la Francia ha effettuato 193 test. Si stima che più di 100 mila persone potrebbero essere state colpite da leucemie, linfomi e altri tumori
Fatti
Padova è pronta ad accogliere i primi rifugiati in fuga dall’inferno afghano: lunedì 30 agosto saranno in città tredici persone, componenti di tre nuclei familiari. Si tratta dei primi arrivi, dei circa 2.500 tra cittadini afghani che hanno collaborato con la missione italiana e la nostra rappresentanza diplomatica e loro familiari che nelle prossime settimane raggiungeranno il nostro Paese, le previsioni per tutta la provincia euganea sono di ospitarne una quarantina.
Parla Sergio Cipolla, presidente di Cooperazione Internazionale Sud Sud onlus: “I diritti umani devono essere messi al centro. La popolazione deve essere aiutata attraverso i corridoi umanitari internazionali a cui devono partecipare tutti i paesi”
George è rientrato in Nigeria dove è diventato autista di pullman, Mohamed è tornato in Senegal dove ha aperto un mini market. Storie di migranti di ritorno grazie al progetto Re-Build
Dallo sharing dei monopattini alle due nuove linee del tram, passando per avveniristici “cubi” mobili. Una rete per invogliare i cittadini a parcheggiare la macchina... per sempre
Intervista al presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni, che spiega perché i terremoti fanno ancora troppi danni nel nostro Paese e la necessità di imparare a conoscerli per difenderci meglio
Alia Issa e Abbas Karimi in testa nella cerimonia di apertura. Grandi (Unhcr): “La loro presenza sulla scena mondiale segna un momento storico di rappresentanza per oltre 12 milioni di persone costrette a fuggire che vivono con una disabilità in tutto il mondo"
“Ora che la ricostruzione è partita, ci si accorge che non basta ‘ri-costruire’. Occorre, ancor prima, ‘costruire’ un nuovo rapporto tra l’uomo e l’ambiente: non limitarsi, cioè, a riprodurre le forme del passato, ma lasciarsi provocare dalla natura, che è creativa e aperta al futuro.
I sette cosiddetti "grandi" si ritrovano per discutere come abbandonare il Paese mediorientale al suo destino, mettendo in salvo i propri diplomatici e magari qualche migliaia di donne e bambini. Ma quale sarà il futuro dell'Afghanistan? Può essere lasciato in mano ai talebani, dopo vent'anni di presenza Usa e Nato?
Ogni giorno decine di migranti passano per Huaquillas. Partiti in quattro casi su cinque dal Venezuela, hanno attraversato a piedi Colombia ed Ecuador per cercare di entrare in Perù. Ma con la crisi sanitaria la frontiera è stata chiusa, così come gli uffici locali delle organizzazioni internazionali. Spingendo così la nascita di nuove “trochas”
Secondo l’organizzazione, per circa otto milioni di questi studenti, l'attesa per il loro primo giorno di apprendimento in presenza è stata di un anno o più, poiché vivono in luoghi in cui le scuole sono state chiuse per tutta la durata della pandemia
La storia di Marisa e di sua figlia Michela che hanno scelto di restare per amore della loro terra segnata dal sisma del 2016: "Siamo rimaste per amore di questa terra alla quale ci tengono legate radici profonde". Cinque anni trascorsi tra speranza, burocrazia e dubbi. Una storia di ricostruzione e di rigenerazione
L'allarme del direttore generale Henrietta Fore: "Un milione di bambini soffriranno di malnutrizione acuta grave quest'anno e, senza cure, potrebbero morire. Circa 4,2 milioni non vanno a scuola"
Il commissario straordinario: "Trasformeremo i territori in smart land con le risorse del recovery fund". Contro il rischio di infiltrazioni criminali "faremo di tutto". Ricostruzione "con qualità e sostenibilità. Ancora molto lavoro da fare"
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, chiede al governo italiano di protestare formalmente con l’Egitto e di cambiare la fallimentare strategia sin qui portata avanti