Una folla impossibile da contare ha invaso le strade di Caracas, ma anche quelle delle altre principali città, in tutto il Paese. La marcia è stata convocata in occasione della Giornata della gioventù, che ricorda il sacrificio dei giovani, compresi molti seminaristi, nella battaglia per l’indipendenza del Venezuela. Anche in questa occasione la Chiesa è stata vicina al suo popolo e, in particolare, ai giovani. È il caso, per esempio, di mons. Ulises Gutiérrez, arcivescovo di Ciudad Bolívar, capitale dello Stato meridionale del Bolívar: è sceso in strada, con la sua gente, per la terza volta in tre settimane. “Avvertiamo - dice - la presenza e l’appoggio della comunità internazionale, è grande e di notevole effetto”
Fatti
Attualmente sono 187 i casi di cristiani accusati di aver profanato il Corano o diffamato Maometto. Il dato viene fornito al Sir dalla Commissione nazionale giustizia e pace (Ncjp) della Conferenza episcopale pakistana. La legge sulla blasfemia, ricorda la Commissione, “limita fortemente la libertà di religione e di espressione. Nella quotidianità, infatti, viene spesso usata come strumento per perseguitare le minoranze religiose”. Il caso di Sawan Masih, condannato a morte
L'Assemblea Ue presenta ai giornalisti la strategia per portare i cittadini alle urne tra il 23 e il 26 maggio. E mentre cresce l'attenzione sull'Ue e si scalda il dibattito politico tra sovranisti ed europeisti, prende quota la possibilità che l'affluenza alle urne possa invertire il trend negativo. Tra le curiosità di questa tornata: in tutti i Paesi votano i maggiori di 18 anni, salvo in Austria e Malta, dove sono chiamati alle urne i 16enni e in Grecia, dove possono votare i 17enni
L’analisi di Ispi: tra giugno e gennaio 45 mila dinieghi e meno di cinquemila rimpatri. Nel 2020 il numero degli irregolari aumenterà di 140 mila unità e si potrebbe raggiungere la cifra record di 750 mila. Attualmente sono 533 mila, tra loro anche stranieri di lungo corso e 100 mila tra colf e badanti
Il rapporto pubblicato dalle organizzazioni partner della Piattaforma del Consiglio d’Europa per la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti traccia un quadro preoccupante sulla situazione in Europa. Quanto all'Italia, il documento rileva che la maggior parte degli allarmi registrati nel 2018 sono successivi all'installazione ufficiale del nuovo governo
Il premier italiano interviene nell'emiciclo del Parlamento europeo con un discorso sul futuro dell'integrazione comunitaria. Denuncia una Ue distante dai cittadini e segnala alcuni settori in cui è richiesta una maggiore cooperazione tra gli Stati, a partire dalle migrazioni. Gli errori - secondo il premier - di trent'anni di politica in Italia e su scala continentale. In aula bagarre, accuse e repliche piccate
Sabato 9 febbraio con lo slogan “Perché nessuno debba più scegliere se mangiare o curarsi” si è svolta la 19a Giornata della raccolta del farmaco che ha coinvolto oltre 4 mila e 500 farmacie italiane che hanno esposto la locandina della #GRF19. I farmacisti, con la collaborazione di 20 mila volontari, hanno dato la possibilità di acquistare un farmaco da banco da donare agli ammalati che hanno chiesto sostegno, per potersi curare, a uno degli oltre 1750 enti assistenziali convenzionati con il Banco farmaceutico. Nel 2018 la giornata ha permesso di raccogliere oltre 370 mila confezioni di farmaci che sono stati d’aiuto a più di 535 mila bisognosi.
Lo studio radio del Parlamento a Strasburgo intitolato a Megalizzi e Orent-Niedzielski, rimasti vittima dell'attentato dell'11 dicembre. La testimonianza dei giornalisti-universitari tornati a raccontare l'Unione europea. Per una "nuova narrazione" della politica comunitaria che sia comprensibile a tutti i cittadini
La gestione delle frontiere europee è sempre di più un affare per le aziende private. Dai Fondi per la difesa a quelli per la cooperazione e la ricerca: l'Ue implementa le risorse per fermare i flussi
In Venezuela Juan Guaidó, leader dell’opposizione, cavalcando la protesta di piazza contro il presidente in carica Nicolas Maduro, si è autoproclamato presidente ad interim finché non si terranno nuove elezioni democratiche. Il Parlamento europeo ha votato una risoluzione che chiede ai governi degli Stati membri di considerare Guaidó l’unico presidente legittimo fino a che non saranno indette nuove elezioni presidenziali «libere, trasparenti e credibili» e chiede che cessino tutte le violazioni dei diritti umani. L’Italia ha scelto di rimanere neutrale.
I sistemi elettorali prevedono tutti l’elezione diretta del presidente a turno unico, ma in ogni regione – e in particolare in Sardegna in virtù dello statuto speciale – sono presenti delle varianti. In una data tra 15 aprile e il 15 giugno, inoltre, saranno eletti i sindaci di quasi quattromila comuni, compresi 26 capoluoghi di provincia, che in cinque casi sono anche capoluoghi di regione: Bari, Campobasso, Firenze, Perugia e Potenza
Varie forme di welfare aziendale si stanno diffondendo sempre di più e in modo sempre più sofisticato.
Abbiamo bisogno di elezioni in Venezuela? Senza dubbio, però a organizzarle non può certo essere Maduro, e neppure i poteri a capo dei quali ha messo i suoi fedelissimi, come il Consiglio nazionale elettorale (Cne) o il Tribunale supremo di giustizia (Tsj). Perché la crisi inizi a trovare soluzione, bisogna che Maduro lasci il potere e io, come milioni di venezuelani, credo che si debba trattare di un’uscita di scena pacifica. La permanenza di Maduro per altri sei anni (fino al 2025), questa è la sua intenzione detta pubblicamente, significherà la distruzione totale del Venezuela e l’uscita, ancora più imponente, dei venezuelani di tutte le classi sociali per cercare migliori opportunità di vita e libertà in altri paesi. Ogni giorno, secondo l’Onu, emigrano dal Venezuela (in maggioranza attraversando la Colombia per andare in vari paesi sudamericani) circa 5mila venezuelani. Sì, ogni giorno. Secondo gli organismi specializzati in migrazioni, l’uscita di massa dei venezuelani è il fenomeno di mobilità umana più grande che si sia mai verificato in America Latina
“Il futuro dell'Europa riparte dai sindaci”: per questo Open Arms ha presentato il manifesto condiviso di città solidali, che riaffermi una volta per sempre i valori democratici e il rispetto dei diritti umani in Europa”
Sei auspici per l’Europa e altrettante raccomandazioni all’Italia. Procede su un doppio binario parallelo e speculare il documento condiviso dalle 20 organizzazioni che compongono Retinopera. Il testo è stato presentato oggi a Roma in vista delle elezioni europee del 26 maggio