La storia di Prà d'Este
Citata per la prima volta all'inizio del Duecento, la chiesa fu ricostruita nel 1827, e l’anno successivo fu restaurato il campanile. Tra il 1928 e il 1930, è stata allargata con l’aggiunta di quattro cappelle laterali.
Nel 1144, papa Lucio II prese sotto la sua protezione le proprietà di Santa Tecla d’Este, fra le quali anche la chiesa della Santissima Trinità. Probabilmente è quella dei Prata, nominati nella divisione dei beni tra il marchese Azzo VI e la comunità di Este, risalente al dicembre 1204.
La chiesa fu ricostruita da Alessandro e Benedetto Pesaro, i quali sceglievano e mantenevano il cappellano, che poteva celebrare la messa, amministrare l’Eucaristia e gli altri sacramenti a villa Prati.
I cappellani di Prà ottennero dal senato veneto il fonte battesimale e nel 1822 il vescovo Farina ne fissò precisamente i compiti pastorali per evitare contrasti con il parroco delle Grazie.
La chiesa fu ricostruita nel 1827, e l’anno successivo fu restaurato il campanile.
Nel Novecento è citata nei documenti diocesani come curazia autonoma, per essere elevata a parrocchia nel 1928.
Tra il 1928 e il 1930, la chiesa fu allargata con l’aggiunta di quattro cappelle laterali.
È stato di recente restaurato il campanile.