Asilo notturno, la "casa" padovana per chi è senza casa
Ogni sera intorno alle 18, nei pressi della chiesa del Torresino si raduna una piccola folla. Sono i senza dimora che tornano verso l’asilo notturno dopo una giornata in città. Il “dormitorio”, l’unico gestito dal comune, conta 82 posti letto, 70 per uomini e 12 per donne, in camerate da sei posti e ha una lunga storia alle spalle.
Paolo Mansour coordina l’attività dei dieci operatori che ogni giorno alle 18.30 accolgono i poveri (17.30 in inverno) e gestiscono le loro serate, fino al mattino, alle 9 quando l’uscita è obbligata per consentire le pulizie e il riordino dei locali.
«Gli ospiti accedono alla struttura – spiega – dopo aver fatto domanda presso lo sportello dei servizi sociali del comune. Hanno in comune il fatto di non avere casa e di non possedere le capacità economiche per trovarne una».
La cooperativa fornisce i servizi essenziali (un letto con relativa biancheria, la doccia e i servizi igienici) e sostegno nella compilazione dei documenti, la lotta contro l’alcol e le altre dipendenze, la gestione del tempo, del denaro e dell’igiene personale, oltre a una (faticosa) ricerca di inserimento lavorativo. Ma i veri bisogni di queste persone non si fermano qui.
«Si tratta di uomini e donne che hanno un grande bisogno di relazioni – continua il coordinatore – Per questo organizziamo per loro attività di gruppo nelle quali possono raccontare la propria storia o discutere su temi di attualità. Abbiamo creato una sala cineforum e alcuni ospiti sono coinvolti nella gestione dell’orticello coltivato nel cortile dell’asilo».
Il ruolo dei volontari
Tutte attività che la cooperativa condivide con l’associazione Noi sulla strada, attiva all’asilo notturno dal 1995.
Il marchio di fabbrica di questi volontari si chiama Pensieri senza tetto ed è un bimestrale redatto assieme ad alcuni ospiti nel quale le persone senza dimora si raccontano. Una rete di dieci persone poi lo distribuiscono.
«Siamo presenti in dormitorio due serate a settimana, il martedì e il giovedì – racconta la presidente Francesca Simonini – e oltre al giornale, organizziamo momenti di animazione sociale e socializzazione per mantenere attivi gli ospiti. Il prossimo 10 giugno avremo l’appuntamento annuale grazie al quale i cittadini potranno visitare l’asilo».
Dei 30 volontari di Noi sula strada, solo otto operano in via del Torresino, gli altri compongono l’unità di strada che esce il lunedì sera e si divide tra i luoghi in cui dormono i senza dimora e la stazione per portare generi di conforto e tentare un aggancio con i servizi.
Quattro anni fa è partito poi il progetto “Kuklos”, grazie al quale otto poveri sono seguiti personalmente da un volontario che lo aiuta a ricostruire la propria rete relazionale.
A febbraio infine è partito “Home sweet home”, progetto finanziato da fondazione Cariparo che si avvale della collaborazione di professionisti per favorire l’inserimento abitativo.
I servizi sociali del comune
Nel corso del 2016, secondo i dati forniti dal settore servizi sociali del comune di Padova, sono state 178 le persone accolte all’asilo notturno, di cui solo 25 donne.
Un numero basso se si considera che la stima per il 2015 di persone senza dimora ammontava a 925 (sempre secondo dati del comune).
Per la grande maggioranza di tratta di persone con un’età compresa fra i 25 e i 50 anni (solo uno su dieci supera i 65) con problematiche legate al soddisfacimento dei bisogni primari, alla salute, all’assenza di abitazione, di lavoro e con difficoltà psico-relazionali.
La presa in carico avviene attraverso il lavoro di tre assistenti sociali e ha l’obiettivo finale di ovviare all’autonomia la persona.
Del sistema integrato di servizi fanno parte l’unità di strada, le docce messe a disposizione a Casetta Eremitano (cinque pomeriggi a settimana dalle 15 alle 17) e il centro diurno La Bussola nella parrocchia del Buon Pastore (90 persone nel 2016), dove vengono promossi anche servizi di seconda accoglienza.
Ci sono poi i gruppi appartamento gestiti dalla cooperativa sociale Gruppo R e il servizio di accoglienza temporanea per scarcerati (Oasi) dei padri mercedari.
Nel 2017 l’amministrazione partecipa al progetto bandito dalla regione Veneto con fondi europei per realizzare politiche di housing first allo scopo di inserire in piccole unità abitative persone senza dimora. Il bando è in via di approvazione, è già stato individuato uno stabile in via Armistizio nel quale, dopo i lavori di ristrutturazione, saranno disponibili 12 appartamenti.