C'è la devozione a Maria al centro della storia secolare del Torresino
Giovedì 15 settembre la comunità si ritrova assieme per festeggiare la festa liturgica di Maria Addolorata. Alle 18.30 il vescovo Cipolla presiede la celebrazione eucaristica che vede anche la partecipazione dei membri dell’Unitalsi. A seguire ci sarà un momento conviviale, per rinsaldare il gusto di una vita comunitaria basata sulla Parola di Dio, l'eucaristia e la devozione alla Vergine.
C’è un santuario mariano nel cuore delle mura di Padova. Sconosciuto anche agli stessi cittadini.
La chiesa del Torresino è infatti nata come santuario attorno a quell’affresco miracoloso di Maria Addolorata che si ritiene abbia anche fermato la peste a Padova nel 1550. Oggi la chiesa è un “tempio mariano”: tutto al proprio interno richiama e riporta alla figura di Maria, dalle otto statue con le sue virtù agli affreschi che presentano stralci della sua vita con Gesù.
Giovedì 15 settembre la comunità si ritrova assieme per festeggiare la festa liturgica di Maria Addolorata.
Alle 18.30 il vescovo Cipolla presiede la celebrazione eucaristica che vede anche la partecipazione dei membri dell’Unitalsi. A seguire ci sarà un momento conviviale.
«La comunità cristiana del Torresino si identifica qui, in questa chiesa – afferma il parroco don Luca Fanton – quando ci ritroviamo insieme a celebrare, pregare, cantare: la celebrazione eucaristica domenicale delle 10.30 è davvero il centro della nostra vita comunitaria ed è molto partecipata, con voglia anche di fermarsi per quattro chiacchiere al termine. Parola di Dio, eucaristia e devozione alla Vergine sono i capisaldi del nostro essere comunità».
A maggio tutte le sere, sotto l’affresco, si ritrova un gruppo di fedeli, una quarantina, tra adulti bambini e giovani, per la recita del rosario.
«È una devozione molto sentita e l’arte ci aiuta in questo». Come l’origine della chiesa. «Che ci riporta al Medioevo. In una delle torri di vedetta delle mura era inserita fin dal 14° secolo un’immagine con l’affresco della Pietà. Nel 1403 era stata edificata un’edicola per proteggere quest’immagine santa, ma con l’inizio della dominazione veneziana dopo qualche anno le mura difensive vengono demolite e la cappella subisce danni. Nel 1479 viene quindi edificata una piccola chiesa e realizzato un nuovo affresco della pietà, quello che ancora oggi è visibile e venerabile».
Ed è sotto questo affresco che in pieno periodo di peste arrivano nel 1550 due giovani. «Uno chiede grazia e conforto alla Madonna, l’altro lo denigra. Quest’ultimo muore all’istante, mentre al primo Maria appare e lo invita ad annunciare al vescovo di Padova la fine dell’epidemia, a condizione che i cittadini si pentano del peccato, implorando la sacra immagine. La Madonna fa inoltre sbocciare ai piedi del giovane una rosa».
Il miracolo è rappresentato in una tela del 1863 di Ferdinando Suman, oggi sopra la porta d’ingresso. E per richiamarlo, don Fanton ha invitato i suoi parrocchiani a portare in chiesa giovedì 15 settembre un fiore reciso da deporre ai piedi dell’affresco di Maria Addolorata.
La chiesa è visitabile sia di mattina che di pomeriggio, grazie a volontari che si turnano nel servizio
Le porte, quindi, sono aperte dalle 9 alle 11 e dalle 16 alle 18. La celebrazione eucaristica si tiene ogni giorno alle 18.30 e alla domenica anche alle 10.30.