Abraham Skorka: “Con Francesco abbiamo sognato di cambiare il mondo”
Il rabbino Abraham Skorka, amico personale di Papa Francesco, ricorda l’intesa nata a Buenos Aires: “Conoscere l’altro genera affetto e supera ogni differenza”. Il loro dialogo sincero e coraggioso, segnato anche da gesti simbolici, continua a ispirare il cammino di fraternità

“Il dialogo deve servire per conoscere l’altro: la conoscenza genera affetto e permette di superare tutte le differenze”. Abraham Skorka, rabbino argentino e amico personale di Papa Francesco, racconta un’amicizia capace di trasformare il sogno del dialogo in esperienza concreta. Nata a Buenos Aires, la loro intesa ha saputo dare voce a un coraggio spirituale che continua a ispirare. In questa intervista, Skorka ripercorre i momenti simbolici e il messaggio di fraternità che ancora oggi parla al mondo.
Come nasce un’amicizia capace di cambiare il volto del dialogo interreligioso?
Il dialogo interreligioso è stato uno dei temi ai quali mi sono dedicato con maggiore impegno nel mio servizio rabbinico. Il Rabbi Abraham Joshua Heschel, che ebbe un’influenza decisiva nella redazione di Nostra Aetate, è stato per me un paradigma. Su questa strada, ho avuto molti compagni cristiani, in particolare i movimenti dei Focolari e di Sant’Egidio. Ma con Jorge Mario Bergoglio il dialogo si è approfondito radicalmente, come entrambi desideravamo.
Siamo avanzati verso territori inesplorati, con coraggio e audacia spirituale.
Che cosa rende possibile un confronto sincero, anche sulle questioni più delicate?
Il vero dialogo esige di affrontare tutti i temi, senza restrizioni, ma sempre con empatia e massimo rispetto. Ci abbracciavamo con effusione, parlavamo di questioni intime, scherzavamo, ridevamo insieme, ma non ci siamo mai dati del ‘tu’.
Non eravamo sempre d’accordo, ma tra noi si è creato un affetto che ci ha unito per sempre.
Uno dei messaggi più importanti che abbiamo voluto trasmettere è che il dialogo deve servire a conoscere l’altro, e che la conoscenza genera affetto, permettendo di superare ogni differenza.
Che valore conserva oggi l’abbraccio tra lei, Papa Francesco e Omar Abboud davanti al Muro Occidentale?
Credo sia una delle immagini più iconiche del pontificato di Francesco. Ricorderà per sempre alle religioni abramitiche il loro compito di lavorare insieme per un mondo migliore, nel quale ci sia spazio per la presenza di Dio.
Qual è l’essenza di un dialogo capace di generare cambiamento?
La sincerità del nostro dialogo, le parole e i silenzi che lo hanno accompagnato, sono la testimonianza di due uomini che hanno sognato insieme la possibilità di cambiare il mondo. Questo messaggio rimarrà per sempre.
Qual è, secondo lei, l’eredità più viva che Papa Francesco lascia al dialogo tra ebrei e cristiani?
Papa Francesco ha sempre sentito sinceramente gli ebrei come suoi fratelli maggiori.