Storie

Trent’anni di Parco etnografico sono un traguardo importante: «Celebrarlo significa rileggere l’evoluzione del parco – spiega Luca Silvestri, attuale direttore del Parco etnografico – È stato mantenuto un focus pur vivendo un cambiamento significativo, perché se ci si pensa trent'anni fa questo luogo era molto diverso.

Si chiama Umami Factory, si trova a Cartura, ed è un’edicola, una fioreria e uno spazio culturale. Uno spazio "ibrido" che ha aperto proprio accanto a dove aveva appena chiuso un'edicola. Una sfida, una scelta quasi controcorrente. Ma la particolarità di questa attività è nelle persone che la gestiscono. Il progetto infatti, è della Cooperativa sociale Giovani e Amici, nata nel 1989, il cui scopo è generare opportunità lavorative e di inclusione per le persone con disabilità. L'edicola diventa così luogo di aggregazione per la comunità. Umami  è il quinto gusto in giapponese: una metafora legata alla sfera dei sensi che sembra essere perfetta per comunicare la disabilità  nelle sue diverse forme. «La nostra idea di fondo – dicono quelli della Cooperativa –  è che bisogna cambiare il sapore, la percezione che si ha della disabilità e questo è possibile anche offrendo qualcosa di nuovo».

Piero Angela. Intervenendo al Cicap Fest 2019, a metà settembre, ha dialogato con i giornalisti sull'importanza di imparare fin da piccoli il metodo scientifico. Che aiuta anche quando si toccano "certe questioni"

Dopo 55 anni di servizio le suore Oblate di san Francesco di Sales salutano la comunità di Pozzonovo. Sono arrivate nel 1964 per prendere in gestione la scuola dell'infanzia, ma poi hanno dato avvio a numerose altre attività in parrocchia: dal Grest, alla catechesi, dai campi scuola alla scuola di musica. Ora, a causa del mancato ricambio generazionale, sono costrette a lasciare il servizio (che è stato dato in gestione all'Ipab Spes) e anche la comunità. Pozzonovo le saluta domenica 13 ottobre, con la celebrazione di una messa, un aperitivo aperto a tutti e poi un pranzo. 

Sacerdote missionario per la Società missioni africane da cinquant’anni tra Africa e Sudamerica, padre Giuseppe Brusegan, nato e cresciuto a Camponogara, ha speso la sua vita nell’incontro con l’altro, senza pregiudizi e illuminata da una fede cristallina in Gesù che ancor oggi ispira i suoi passi.

A 75 anni dal rastrellamento del Grappa, la storia del prete partigiano, ribelle per amore della libertà, sostenuto da padre Placido Cortese e don Giovanni Nervo. Carlo Dal Pra' e Lucilla Calgaro hanno dedicato due volumi al sacerdote di Zanè: le testimonianze dei suoi ragazzi oggi novantenni e molti documenti che gettano luce in una biografia complessa. Sempre malato eppure cacciatore, bevitore, giocatore. Dov'è passato ha cambiato la storia della sua gente. Il ricordo è indelebile

Non smettere di piacerti. L'Avo di Padova ha avviato nel 2009, in collaborazione con il Servizio di psicologia dello Iov, un servizio che – attraverso le "cure" di trucco&parrucco – sostiene le donne malate di cancro. "Durante la malattia hai voglia di sentirti normale, sana e viva. Sensazioni che spesso non riesci a percepire per come ti guardano gli altri"

Attraverso il progetto nazionale #CorridoiUmanitari, promossi da Sant'Egidio, Cei-Caritas, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e Tavola valdese, in collaborazione con il Governo italiano, a giugno la Diocesi di Vicenza, Caritas Padova, l’amministrazione comunale di Cittadella e la rete di associazioni Oltrelemura hanno accolto una famiglia siriana a Santa Croce Bigolina.

Rinasce un pezzo di storia dell'Alto Vicentino. È la via più breve che collegava Vicenza ad Asiago, una grande opera ingegneristica e un viaggio nel tempo. Attestata nelle mappe del '500, ha probabili origini romani. Racconta la colonizzazione dell'Altopiano.

Suor Lia Gianesello, anima e volto per più di trent'anni delle Cucine economiche popolari, si racconta. Dall'infanzia alla scoperta della vocazione, dalle aule di scuola all'incontro col popolo degli emarginati. Il Sigillo della Città di Padova domenica 8 settembre dalle mani del sindaco Sergio Giordani, come segno di riconoscenza per il servizio svolto. Abbiamo imparato a contemplare il Crocefisso per avere mani attive e cuore aperto