Non è lui il centro, ma il centro è fuori di lui, in una tradizione che lo precede e non finirà con lui. Più volte Dylan ha sottolineato il suo debito: “Le melodie che ho in testa sono molto, molto semplici, si basano soltanto sulla musica che abbiamo ascoltato tutti da piccoli. Quella, e pure la musica che c’era prima di quella, andando indietro nel tempo, ballate elisabettiane e chissà che altro”. Il bel film dei fratelli Cohen, "A proposito di Davis", racconta molto precisamente quel mondo del Village in cui Dylan ha mosso i primi passi, e la battuta con cui si chiude la prima scena ne esprime bene tutto il senso: “Se una canzone non è mai stata nuova e non invecchia mai, allora è folk”. Lo stesso si può dire per Dylan, è ormai vecchio, 80 anni, senza essere mai invecchiato
Schermi
Il cantante è salito sul palco di Rotterdam rappresentando la Norvegia. Il brano parla “di “sentirsi inadeguati, fuori posto in questo mondo”. Il suo messaggio ai giovani è a favore della “diversità, accettazione e inclusione”
La vena profetica di Dylan viene da lontano: dal trascendentalismo di Emerson, Withman, Thoreau, dalle tradizioni religiose ebraiche - le citazioni bibliche non sono rare nelle sue canzoni - cristiane, celtiche ma anche orientali.
Lungo le torri di guardia
i principi stavano all’erta
mentre le donne andavano e venivano
anche i servitori scalzi;
lontano nei campi
un gatto selvaggio ringhiò
due cavalieri si stavano avvicinando
e il vento cominciò ad ululare.
Il concerto a Baghdad e la musica "speciale" del maestro nel ricordo di Un ponte per. "Le note rompevano gli steccati, attraversavano il muro dell’odio, unendo con la musica i popoli. Ancora oggi quando incontriamo i musicisti iracheni di quel concerto ci chiedono di portare il loro ringraziamento"
Per capire chi sia davvero Franco Battiato, usiamo il tempo al presente e non a caso, per la sua coscienza dell’assoluto dopo l’impermanenza, dobbiamo partire una canzone del 1993 “Lode all'Inviolato”, perché qui, come in “E ti vengo a cercare”, “L’oceano di silenzio” e anche la giustamente venerata “La cura” sta il nucleo di una concezione della musica come aiuto alla comprensione e al Passaggio. In questo Passaggio confluiscono le tracce del sufismo e della danza circolare dei Dervisci, ma anche una spiritualità che prende da molto più di quanto si pensi, perché buddismo e cristianesimo delle origini, anche se interpretato in modo che chiameremmo con una inevitabile approssimazione sincretistico sono presenti nella sua ricerca. Ma soprattutto una fede profonda nel dopo
Il racconto dell’Impero romano attraverso lo sguardo di una donna fuori dagli schemi.
Parliamo di “The Father” di Florian Zeller con Anthony Hopkins – anche lui premiato con l’Oscar per la miglior interpretazione, il secondo in carriera dopo “Il silenzio degli innocenti” (1992) – e di “Una donna promettente” (“Promising Young Woman”) di Emerald Fennell con Carey Mulligan. Due opere tra le più acclamate della stagione 2020-21 che arrivano ora nei cinema italiani. “The Father” racconta la malattia mentale di un ottantenne come un giallo psicologico, un viaggio nelle stanze della mente di un uomo che va smarrendo volti e ricordi. Il secondo, “Una donna promettente”, mette a tema la violenza sulle donne con una carica di denuncia che coniuga stile graffiante a lampi pop; un tema doloroso, urgente, gestito con originalità e senza sconti
Uscirà il 20 maggio in sala il film “The Father – Nulla è come sembra”, di Florian Zeller. Anthony Hopkins veste i panni di un padre anziano che inizia a perdere l'orientamento e la ragione. Il regista: “Porteremo il pubblico a provare la costernazione del protagonista e a commuoversi per il suo sgomento”
Lo scrittore premio Strega Niccolò Ammaniti firma l’adattamento Tv del suo romanzo “Anna” del 2015, una miniserie in sei episodi su Sky Atlantic e la piattaforma Now: una fiaba nera, nerissima, che sconfina inaspettatamente nella realtà dei nostri giorni, con il deflagrare della pandemia. Con “Anna” Ammaniti ci consegna un’allegoria tra il tragico e il grottesco sulla società contemporanea attraverso la prospettiva dell’infanzia. Racconto ricercato, affascinante ma non poco disturbante, dove il mondo anarchico guidato dai bambini è marcato da una ferocia fuori controllo. E ancora, nel punto streaming Cnvf-Sir spazio a due serie targate Netflix: la statunitense “Tenebre e ossa” di Eric Heisserer, racconto storico-fantasy alla ricerca del successo di “Trono di Spade”, e poi l’italiana “Zero” ideata da Antonio Dikele Distefano, sguardi sulla periferia di Milano tra realismo, pop e fantastico
Tra le sorprese degli Oscar c’è “Sound of Metal”, esordio alla regia dello sceneggiatore Darius Marder con protagonista Riz Ahmed – tra i suoi titoli “Il fondamentalista riluttante” (2012) di Mira Nair e “I fratelli Sisters” (2018) di Jacques Audiard –, film disponibile sulla piattaforma Prime Video di Amazon. Racconto “in soggettiva” di un batterista rock che perde l’udito, chiamato a ridisegnare il perimetro della propria esistenza accettando anzitutto la sua sordità. Forte di sei candidature ai 93mi Academy Award tra cui miglior film, attori e sceneggiatura, “Sound of Metal” ha conquistato le statuette per suono e montaggio. Un’opera asciutta, ruvida, puntellata da lampi di lirismo che apre all’incontro con la grazia, alla riconciliazione. A questo viaggio alla riscoperta di sé è dedicato il punto streaming Cnvf-Sir di questa settimana
Da Noel Gallagher ai Balthazar, passando per Fedez, Colapesce Dimartino, Motta, Enrico Ruggeri, Gianna Nannini, Gaia, Piero Pelù e moltissimi altri
Come da previsione (e giustamente!) “Nomadland” della regista cinese-americana Chloé Zhao vince i premi più importanti alla 93ª edizione degli Academy Award, gli Oscar, a Los Angeles, nella notte tra il 25 e il 26 aprile.
Il racconto del sogno americano attraverso lo sguardo di una famiglia di migranti in “Minari”, firmato da Lee Isaac Chung, opera che potrebbe essere la rivelazione agli imminenti premi Oscar, domenica 25 aprile, accanto al giustamente favorito “Nomadland” di Chloé Zhao. Con il suo realismo poetico “Minari” conquista, e non poco, inserendosi con pregio nella galleria di affreschi della società americana, capace di accogliere (quando vuole) e regalare il sogno dell’integrazione. “Minari” è di una delicatezza disarmante, un film intessuto di fiducia; e proprio per questo “cammino della speranza” che il titolo si fa simbolo anche della ripartenza del cinema in sala in Italia dal 26 aprile. Un film che suona come un buono auspicio per tutti, spettatori in testa. Accanto a “Minari”, nel punto streaming settimanale Cnvf-Sir, c’è anche la commedia “Locked Down” di Doug Liman, racconto brillante-malinconico a pennellate romance del confinamento in casa di una coppia al tempo del Covid-19. Protagonisti Anne Hathaway e Chiwetel Ejiofor.
Su Netflix “It’s ok non to be ok” ha incantato il piccolo, ma non troppo esiguo, pubblico di cultori del k-drama. Recensione pubblicata sulla rivista SuperAbile Inail
Un “Braccialetti Rossi” sui sentieri della musica, con al centro il valore dell’amicizia.