La severità di Mattarella nel discorso ai Comuni
Il Governo non è certo esente da errori, come dimostra la vicenda surreale del commissario alla sanità calabrese. Ma è soprattutto il comportamento delle Regioni a suscitare sconcerto. È bastato qualche lieve segnale positivo in quelle più colpite perché scattasse la corsa a cambiare “colore”. Ma è sempre così. Un continuo andirivieni tra le richieste di chiusura quando da Roma si apre e di apertura quando da Roma si vorrebbe chiudere. E non sempre quel che viene dichiarato in pubblico corrisponde a quel che realmente si chiede in via riservata
“Questo virus tende a dividerci”. Tra fasce di età, tra categorie sociali, “tra le stesse istituzioni chiamate a compiere le scelte necessarie – talvolta impopolari – per ridurre il contagio e garantire la doverosa assistenza a chi ne ha bisogno”. Ma “il pluralismo e l’articolazione delle istituzioni repubblicane sono e devono essere moltiplicatori di energie positive”. Altrimenti “ci si divide”, anche in una situazione di emergenza come quella che sta affrontando il Paese. Nel discorso del Capo dello Stato all’assemblea dell’associazione dei Comuni, l’Anci, si coglie un registro di particolare severità, anche rispetto ad altri interventi che pure non avevano certo mancato di intensità e chiarezza.
Del resto è la situazione che lo richiede. Il Governo non è certo esente da errori, come dimostra la vicenda surreale del commissario alla sanità calabrese. Ma è soprattutto il comportamento delle Regioni a suscitare sconcerto. È bastato qualche lieve segnale positivo in quelle più colpite perché scattasse la corsa a cambiare “colore”. Ma è sempre così. Un continuo andirivieni tra le richieste di chiusura quando da Roma si apre e di apertura quando da Roma si vorrebbe chiudere. E non sempre quel che viene dichiarato in pubblico corrisponde a quel che realmente si chiede in via riservata. Adesso c’è la proposta di rivedere i criteri con cui le Regioni vengono assegnate alle diverse fasce. È una materia in cui non ci sono dogmi e quindi di tutto si può discutere, ma con razionalità e spirito costruttivo. Prima del fine settimana, comunque, appare improbabile che cambi qualcosa. Ma chissà.
E poi c’è il versante politico nazionale, con il disegno di legge di bilancio ri-approvato dal Consiglio dei ministri per integrare le nuove misure di ristoro progressivamente introdotte. Sarà necessario approvare un nuovo scostamento di bilancio perché il debito è inevitabilmente cresciuto e quindi il Governo dovrà affrontare per l’ennesima volta un periglioso passaggio parlamentare: com’è ormai ben noto, in Senato i numeri della coalizione di governo sono molto stentati e per questo genere di voto è richiesta la maggioranza assoluta. I tentativi di dialogo in corso tra maggioranza e opposizione segnano il passo.
La proposta FI-Pd di un doppio relatore per la legge di bilancio – uno per schieramento – non piace al M5S e nemmeno a Lega e FdI. L’idea di una commissione bicamerale per rapportarsi più agilmente con l’esecutivo nella gestione dell’emergenza ancora non decolla. Sullo sfondo c’è sempre la questione dei fondi europei, il cui percorso si è momentaneamente arenato ma si sbloccherà e chiederà anche a noi scelte adeguate, nei progetti e nella loro esecuzione.
Di fronte a questa situazione le parole di Mattarella sono perentorie. “Dobbiamo far ricorso alle nostre capacità e al nostro senso di responsabilità, per creare convergenze e collaborazione tra le forze di cui disponiamo perché operino nella stessa direzione. Anche con osservazioni critiche, sempre utili, ma senza disperderle in polemiche scomposte o nella rincorsa di illusori vantaggi di parte, a fronte di un nemico insidioso che può travolgere tutti”, afferma il Capo dello Stato. E come se non fosse già abbastanza netto aggiunge: “La libertà rischia di indebolirsi quando si abbassa il grado di coesione, di unità tra le parti. È questa la prima responsabilità delle istituzioni democratiche, a tutti i livelli, e questa è la lezione che la pandemia ribadisce con durezza”. Dunque occorre “un più stretto raccordo fra i livelli di governo”, sempre guidato dal “principio di leale collaborazione”.
Ma attenzione, l’appello accorato e severo del Presidente della Repubblica non riguarda solo le istituzioni, anche se a caldo l’attenzione dei media si è comprensibilmente concentrata su questo aspetto.
Nel suo discorso, infatti, altrettanto forte e puntuale è il richiamo alla “responsabilità personale” che non deve “rimanere in secondo piano”. “Dobbiamo, tutti, adottare i comportamenti di prudenza suggeriti: le mascherine, l’igiene, il distanziamento, la scelta di fare a meno di attività e incontri non indispensabili”, spiega Mattarella con una precisione di dettaglio che non lascia spazio a ironie di bassa lega sulle regole necessarie in questa fase. Dobbiamo farlo, sottolinea il Capo dello Stato, “non per imposizione, non soltanto per suggerimento o per disposizione delle pubbliche autorità, ma per convinzione. Liberi, e per questa ragione appunto, responsabili. Con senso di responsabilità verso gli altri e anche verso sè stessi. Per convenienza, se non si avverte il dovere della solidarietà”. Senso di responsabilità che si esercita anche ricercando un’informazione onesta e rifuggendo le sirene negazioniste. “Nessuno si lasci ingannare dal pensiero ‘a me non succederà’: questo modo di pensare si è infranto contro casi innumerevoli di disillusione, di persone che la pensavano così e sono state investite dal coronavirus”, avverte il Presidente senza minimamente ammorbidire il realismo del messaggio.