Amoris laetitia. Accogliere l’amore: è l’unica via
Nel quinto capitolo di Amoris laetitia papa Francesco chiede: «Abbi cura della tua gioia, che nulla ti tolga la gioia interiore della maternità. Quel bambino merita la tua gioia. Non permettere che le paure, le preoccupazioni, i commenti altrui o i problemi spengano la felicità di essere strumento di Dio per portare al mondo una nuova vita»
La donna come collaboratrice della Creazione assieme a Dio è portatrice di un grande dono e una grande responsabilità; mi colpisce quando papa Francesco scrive: «A ogni donna in gravidanza desidero chiedere con affetto: abbi cura della tua gioia, che nulla ti tolga la gioia interiore della maternità. Quel bambino merita la tua gioia. Non permettere che le paure, le preoccupazioni, i commenti altrui o i problemi spengano la felicità di essere strumento di Dio per portare al mondo una nuova vita» (AL 171). Mi rendo conto che anche nella mia esperienza personale ci sono stati dei passaggi di “accettazione” della maternità non scontati, non immediati...perché, diciamocelo, a una donna una gravidanza cambia tanto! Cambia il corpo, cambiano le emozioni, cambia la percezione di sé come donna, i sentimenti e tutto in sole quaranta settimane!
Nelle tante donne che incontro nella mia professione ogni giorno, si percepiscono molteplici modi di affrontare e vivere questo passaggio e talvolta è evidente che non tutte sono sostenute da un marito/compagno che scelga di stare, di attraversare al loro fianco questo cambiamento. Tocco con mano quotidianamente la vita che nasce, con lo stupore e spesso la commozione di quanto essa rimanga un miracolo. Di quanto piccoli siamo di fronte a un cucciolo che nasce, piange per la prima volta e si affaccia alla vita da affidato alle cure di chi lo sta attendendo. Perché è solo questo che può fare: accogliere l’amore. Ogni donna partecipa «del mistero della creazione, che si rinnova nella generazione umana» (AL 168). E a noi donne è chiesto questo grande atto di donazione, di “fare spazio” a ciò che è altro rispetto a noi, nel corpo e nella mente, anche in quelle situazioni in cui l’essere collaboratori di Dio nella creazione può sembrare un assurdo, qualcosa accaduto per caso. Dio, che è stato concepito uomo e nato fuori dagli schemi, è il primo che collabora con la donna, che ama quella vita fin dal pensiero. Un altro passaggio che viene richiesto a noi donne è di condividere tutto il nostro vissuto con la persona che ci sta accanto, perché solo insieme possiamo essere Volto di Dio per i nostri figli.
«L’individualismo di questi tempi a volte conduce a rinchiudersi nella sicurezza di un piccolo nido e a percepire gli altri come un pericolo molesto. Tuttavia, tale isolamento non offre più pace e felicità, ma chiude il cuore della famiglia e la priva dell’orizzonte ampio dell’esistenza» (AL 187). È chiaro che nelle nostre comodità a volte ci stiamo bene! Ma la sfida di “uscire” e farsi prossimi a chi ha bisogno, soprattutto quando non ne abbiamo voglia, può essere ricchezza per una famiglia e per i figli che la vivono. Sposati da undici anni e mezzo e con quattro figli, viviamo una quotidianità bella intensa e piena di tante cose da fare-incastrare-gestire con pazienza ed energia. Abbiamo sempre percepito l’importanza di mettere dentro a tutta questa “giostra” la presenza di Dio o, meglio, di riconoscerlo proprio come il motore, per non perdere il Senso di ciò che siamo chiamati a fare ogni giorno. Non sempre è immediato farlo. Ci sono stati momenti della vita (nascita dei figli, dinamiche con le famiglie d’origine, lavoro, ecc.) in cui con maggior fatica abbiamo dovuto attingere a Lui per non perderci. Da un anno a questa parte abbiamo iniziato un tempo nuovo in cui siamo a “servizio” della mamma di mio marito, con fatiche ma anche momenti di bellezza che i nostri figli sono capaci di farci notare e apprezzare. Anche questo significa sperimentare la felicità che apre il cuore all’orizzonte ampio dell’esistenza, all’amore che diventa fecondo.
Camminiamo nell’amore, scheda sulla fecondità
La scheda 8 del sussidio Camminiamo nell’amore offre strumenti per aiutare adulti e sposi a vivere la fecondità e l’accoglienza nei confronti dei figli. È possibile richiederlo alla segreteria dell’Ufficio diocesano di pastorale della famiglia.
Elena Valerio
ostetrica