Ucraina: padre Antenucci (santuario Madonna Silenzio), “vedere nel 2022 la barbarie di fosse comuni impressionante, dare giusta dignità a salme è fondamentale”
“La Chiesa ci insegna che il corpo è il tempio dello Spirito Santo, quindi dare la giusta dignità ai cadaveri è fondamentale. Vedere nel 2022 la barbarie di fosse comuni o cadaveri lasciati per le strade è davvero impressionante, sembra di essere tornati centinaia di anni indietro. Quelle immagini ci mostrano con crudezza come manchi il rispetto del corpo e della dignità umana. Tutta questa guerra è un peccato contro la dignità degli uomini”.
A dirlo al Sir è padre Emiliano Antenucci, rettore del santuario Madonna del Silenzio, ad Avezzano, commentando le immagini di fosse comuni o di cadaveri torturati lasciati per le strade dell’Ucraina, segno tangibile degli orrori della guerra.
“Immagini che creano anche tanto turbamento – sottolinea padre Emiliano -: in tanti mi scrivono per dirmi della sofferenza che provocano queste immagini che si vedono in tv. Immagini di sangue e orrore che vengono rilanciate anche per fare scoop e aumentare gli ascolti, ma non è uno spettacolo e non è fiction: è tragica realtà. L’unico leader al mondo che sta denunciando con forza gli orrori della guerra e anche mettendo in guardia dal riarmo è il Papa. Con lui dobbiamo pregare non solo perché la guerra finisca e regni la pace, ma anche per il disarmo delle nazioni. Tutti i giorni faccio pregare ai pellegrini che vengono in santuario per il disarmo delle nazioni. C’è un’ipocrisia della pace: parliamo di pace, ma sottobanco vendiamo le armi. Come ha detto il papa, siamo tutti Caino, siamo tutti colpevoli”.
Le fosse comuni mettono in luce un altro dramma: “Ognuno ha diritto a una tomba per piangere un proprio caro – osserva padre Antenucci -, quindi non c’è solo l’oltraggio di questi corpi, ma anche lo strazio dei familiari che non hanno un luogo dove piangere i loro defunti. È un dramma anche psicologico. Mi piace ricordare la poesia ‘Grido’ di Antonia Pozzi: ‘Non avere un Dio, non avere una tomba, non avere nulla di fermo, ma solo cose vive che sfuggono, essere senza ieri, essere senza domani ed acciecarsi nel nulla – aiuto – per la miseria che non ha fine’. È la disperazione. Con la guerra davvero sono tutti perdenti”.