Halloween. Ai nostri ragazzi non servono eventi oscuri, ma la testimonianza luminosa dei Santi
Fu un pontefice, Gregorio IV a istituire la solennità del primo Novembre chiamandola “giorno di Ognissanti” (in inglese “All Saints” oppure “All allows day”) al fine di cancellare i riti pagani e di stregoneria che si tramandavano con Halloween. È importante non definire questo fenomeno una festività e tanto meno confonderlo o sincretizzarlo con la festività di Ognissanti e Commemorazione dei defunti, intrecciando realtà completamente diverse. Non si presta sufficiente attenzione ai pericoli per la gioventù. Noi cattolici siamo chiamati in questi giorni a mettere l’accento sulla meravigliosa vita di persone realmente vissute e che hanno testimoniato la luce e la gioia dell’esistenza: i Santi
Il fenomeno di Halloween è ormai generalmente equiparato ad una festività come il carnevale. In realtà la differenza è enorme perché il carnevale ha solide basi religiose in quanto è l’ultimo giorno prima della Quaresima, (“carne-levare”), mentre Halloween ha solo radici consumistiche e neopagane. Rivolgendomi al mondo cristiano ho sempre ripetuto
l’importanza di non definire questo fenomeno una festività e tanto meno di confonderla o sincretizzarla confondendo e intrecciando le due realtà: la festività di Ognissanti e Commemorazione dei defunti con Halloween.
Coloro che citano la storia per legittimare Halloween, se sono in buona fede, sanno che era la casta sacerdotale dei Celti a celebrare il passaggio notturno di Samhain (Dio delle tenebre) dalla stagione estiva a quella invernale credendo che le anime dei defunti tornassero in vita per partecipare a riti orgiastici e banchettare insieme ai viventi, mascherati nell’occasione con le pelli degli animali appositamente uccisi per la cerimonia. La porta era lasciata socchiusa per accogliere queste anime e chi si fosse rifiutato di partecipare sarebbe stato maledetto. Ecco il significato originario di “trick or treat” (trucco o divertimento) che all’epoca si espliciterà con la domanda: sacrificio o maledizione?
Sappiamo che,
al di là dell’evoluzione commerciale di Halloween, persisterà una subdola complicità con il pensiero magico-esoterico in opposizione alla luminosa festa dei Santi.
Fu un pontefice, Gregorio IV a istituire la solennità del primo Novembre chiamandola “giorno di Ognissanti” (in inglese “All Saints” oppure “All allows day”) al fine di cancellare questi riti pagani e di stregoneria. Il termine Halloween comparirà soltanto nel 1556 (come evidenzia The Oxford English Dictionary). Conosciamo poi il successo commerciale ottenuto negli Stati Uniti e rimbalzato poi in tutto l’Occidente.
Non si presta, invece, sufficiente attenzione ai pericoli per la gioventù.
Ai nostri ragazzi non servono oggi questi eventi oscuri.
Hanno l’esigenza di ben altro, soprattutto nell’attuale crisi educativa e sociale. Di qui l’appello agli insegnanti di religione e ai catechisti affinché non venga meno l’attenzione pastorale verso un mondo giovanile che ha bisogno di luce, di testimonianze credibili da parte degli adulti, di accompagnamento nella crescita da parte delle agenzie educative, di veri modelli di santità.
Che belle le domande che il Servo di Dio don Oreste Benzi, fondatore della mia comunità Giovanni XXIII, poneva ai ragazzi:
“vuoi giocare e divertirti con i demoni e gli spiriti del male o invece scegli di gioire e far festa con i Santi, che sono gli amici simpatici e meraviglioso di Gesù?”.
E poi rivolgendosi ai genitori chiedeva: “vogliamo che i nostri figli festeggino il giorno di Ognissanti con i demoni, il mondo di Satana e della morte, oppure con gioia e pace vivendo nella luce?”.
Sono ormai tanti anni che al numero verde nazionale antisette (800228866) riceviamo richieste di aiuto da genitori ed educatori preoccupati per certi cambiamenti repentini dei propri figli avvenuti a seguito di alcune nottate vissute nel nome di Halloween. Altri sono indignati per la martellante e irresponsabile offerta di simboli macabri come spettri, demoni, zombie o scheletri. E ciò avviene persino in certe aule scolastiche.
Noi cattolici siamo chiamati in questi giorni a mettere l’accento sulla meravigliosa vita di persone realmente vissute e che hanno testimoniato la luce e la gioia dell’esistenza.
E così, come ci ha insegnato Madre Teresa di Calcutta, “più ci saranno gocce d’acqua pulita, più il mondo risplenderà di bellezza”.
Aldo Buonaiuto (*)
(*) Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII