Idee

Forse chi vive in un eremo o in un monastero o molte persone che non hanno la possibilità finanziaria di andare in vacanza, non vivono nella fede la bellezza della vita in Dio? Mai come in questo tempo va recuperata la dimensione contemplativa dell’esistenza, per accorgerci nel qui e ora quanto è prezioso ogni momento vissuto con amore e come dono, per riprendere con passione il cammino con Gesù ed essere presenza significativa in ogni angolo della terra tra gli uomini e le donne del nostro tempo

Chi nelle proprie casa ospita il Crocifisso non intende ostentare un proclama sociologico, diventare attivista di chissà mai quale movimento oppure, peggio ancora, mistificarsi da credente. Brandirlo è un atto che squalifica, che riconduce al pc… non sanno appunto quello che fanno e ingannano chi non riflette, quelli a cui nessuno ha dato testimonianza di fede e mai ha insegnato a pensare

Conversazione con don Luigi Ciotti, che spiega alla Difesa perché Libera ha scelto Padova per la prossima Giornata in ricordo delle vittime innocenti delle mafie e fa il punto sulle mafie a Nordest e sulla responsabilità dei cittadini.

Dobbiamo sapere che dire la verità è possibile e che dobbiamo fare tutti gli sforzi per farlo. Dobbiamo riprendere la nostra motivazione a dire le cose come stanno e a verificare ciò che gli altri dicono. Non è inutile, non è impossibile. È anzi qualcosa di basilare: è la base di ogni nostra interazione con gli altri esseri umani

I sentimenti sono una delle “cose” più serie per l’essere umano, non avrebbe senso banalizzarli o ridicolizzarli immaginando che i concorrenti di “Temptation Island” possano davvero essere persone autenticamente impegnate in un rapporto di coppia...

Finché noi cristiani restiamo spettatori della realtà, non contribuiremo mai a tessere evangelicamente la trama o l’ordito della storia. Buttarci nel quotidiano, sporcandoci anche le mani, è un imperativo che chiede conto alla nostra responsabilità, per evitare di giudicare gli altri come il fariseo nel tempio, mistificando spesso il reale, che è la storia di cui facciamo parte.

Se mi ritengo persona umana dinanzi allo sguardo di Josephine, posso ancora dormire nel mio letto, sfamarmi, godermi relazioni di amicizia e pensare alle vacanze? Non scardina ogni carapace di autodifesa? Non mette a nudo chi siamo? Persone che persone osano dirsi tali? Ancora osiamo? Dovremmo lasciarci invadere da quanto rimuoviamo: la vergogna che vorrebbe emergere, se solo glielo consentissimo.

Non è più questione di numeri, semplicemente non c’è più spazio per la compassione. Tutta questa faccenda dei migranti va rimossa il prima possibile e il modo migliore per farlo è il silenzio. Un silenzio colpevole che nasconde delle convinzioni sempre più radicate nella testa della gente. Sono certezze che ruotano intorno a due, massimo tre concetti, venduti da un caparbio imbonitore che promette un paese finalmente affrancato dalla responsabilità di salvare vite umane e dal peso dell’accoglienza