Fino a quando continuiamo ad inseguire la vita, mentre non la viviamo in tutte le sue sfaccettature? Consumiamo tutto, il tempo, lo spazio, le amicizie, il sacro e il profano, il passato, il presente e il futuro e la vita sembra sfuggirci dalle mani. Verbi come “rimanere”, “stare”, “esserci” non sempre fanno parte del nostro vocabolario. Mille impegni ci assorbono, la scena di questo mondo passa accanto a noi e non ci accorgiamo...
Idee
Dopo i continui colpi di scena e i continui rovesciamenti di fronte dei quasi tre mesi che sono passati dal voto del 4 marzo, stavolta non ci possono essere più sorprese né cambiamenti di idea. Un governo politico che più politico non si può, visto il ritorno alla grande del ruolo dei partiti e la presenza come vicepremier dei due leader, Luigi Di Maio e Matteo Salvini (che saranno anche ministri, il primo al Lavoro, il secondo all'Interno).
La “società orizzontale” priva di riferimenti altri e alti è quanto di più antidemocratico e superficiale possa esistere. Ogni ambito ha la sua funzione e garantisce l’equilibrio sociale. L’odio è l’antisocialità per eccellenza, la distorsione di ogni relazione autentica, la castrazione di ogni generatività. Tutti dovremmo rendercene conto. Noi cittadini comuni ma in primis loro. Quei rappresentanti delle istituzioni che dovrebbero appunto rappresentarci e rassicurarci e che (è cronaca di questi giorni) sono corresponsabili (e in alcuni casi cause principali) del dilagare dell’odio
Cesare Mirabelli, presidente emerito della Consulta, sulle accuse a Mattarella: «Polemiche pretestuose. Il Presidente della Repubblica non opera sotto dettatura».
Nel delicatissimo scenario odierno è decisivo tornare all’essenziale, ovvero al rispetto delle regole costituzionali. C'è qualcosa che va oltre il volere della maggioranza: è la cornice legislativa e di valori su cui si basa il nostro essere comunità civile. Così in un editoriale comune 9 settimanali diocesani del Triveneto riflettono sulla crisi politica in atto.
“Ognuno cerca di motivare le proprie ragioni, ma alla fine si rischia che a pagare il prezzo più alto sia quel popolo in nome del quale tanti parlano”. Lo dice al Sir mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei. Dal presidente delle Acli Rossini gratitudine a Mattarella "per aver preservato le istituzioni". Il Meic: “preoccupano arroganza e giudizi sprezzanti contro Mattarella. Dai partiti irrigidimento incomprensibile, ritrovino senso di responsabilità”. La Cisl del Veneto: Europa ed euro scelte irreversibili.
Non ha senso polarizzare il sistema e, dunque, l’offerta politica tra europeisti e non europeisti, tra populisti e benpensanti, così come tra vecchio e nuovo. Partiamo dalla realtà e dai nostri tanti problemi. Elezioni ravvicinate sono spesso segno di crisi di sistema. Che ci si arrivi almeno con una offerta politica nuova. Nuova e finalmente adeguata.
"È molto difficile 'normare' un sistema così complesso, che si basa sulla necessità dell’apertura e che è - anche ideologicamente - organizzato per connettere reti", spiega Michele Sorice, ordinario di innovazione democratica e di political sociology alla LUISS “Guido Carli”.
"Il Paese è tra i primi al mondo come diffusione di smartphone, le percentuali di consumo internet sono sicuramente salite, ma manca ancora una cultura della Rete solida e diffusa", dice Pier Cesare Rivoltella, professore ordinario di didattica e tecnologie dell’istruzione all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Ci troviamo di fronte a una crisi antropologica, ricorda papa Francesco nella Evangelii Gaudium, che ha risvolti etici, sociali, culturali, economici, e prende forma nel fenomeno detto “populismo”. Il populismo delegittima le istituzioni e le regole democratiche generando forme inaccettabili di intolleranza.
Lascia perplessi l'idea di fondo che anima questo filone di pensiero, la convinzione, cioè, che "l'umano", così come lo conosciamo e sperimentiamo, debba essere necessariamente superato, allo scopo di sconfiggerne tutti limiti biologici e strutturali. Pur potendo cogliere in questo orientamento una radicale apertura "trascendentale", genuinamente umana, che spinge ogni individuo verso un "oltre", ci chiediamo però se sia proprio vero che i limiti, propri alla nostra condizione umana, siano da considerarsi "a priori" negativi
Per un milione e mezzo di musulmani presenti nel nostro Paese comincia il Ramadan, il mese sacro di preghiera e digiuno, dall’alba al tramonto. Si concluderà il 14 giugno. All’udienza del mercoledì è stato Francesco per primo a rivolgere ai “fratelli islamici, il mio augurio cordiale per il mese di Ramadan”.
Essere responsabili di quanto si fa dentro e fuori la Rete significa assumersi le conseguenze degli spazi in cui viviamo e diventarne parte, cittadini e cittadine. Mettersi in gioco impegna, ma ritrovare la potenza evocativa della parola ci fa riscoprire la relazione dei volti e il significato dei vissuti e delle azioni. Sia che siamo adulti, sia che siamo ragazzi, bambini. Provare per credere, giorno dopo giorno. Pole pole, come dice un detto africano… piano piano, a piccoli passi
L’ebbrezza della velocità, in macchina come nella vita, presenta rischi pesanti. Si può arrivare a pensare che tutti i contenuti siano uguali, che tra rappresentazione e realtà non corra chissà quale distinzione, che le proprie credenze contino più dei fatti e che, comunque, ci si possa sottrarre a tutto ciò che è dissonante.
Compiti sì o compiti no? Un dibattito che periodicamente si riaccende soprattutto in prossimità di feste, ponti, vacanze. Cosa dicono gli esperti in merito? Sono utili o creano solo malumore rischiando di ottenere un effetto contrario? Eliminarli in toto oppure prevederli? E se assegnati, come devono essere e quanto tempo devono occupare?