Fatti

Nella comunità di Kielpin, municipalità di Lomianki, alle porte di Varsavia, sono circa 1500 i profughi attualmente accolti, per la stragrande maggioranza da parte di famiglie. Sono solo una piccola goccia dei 300mila ucraini che, stando a quando dichiarato dal sindaco Rafał Trzaskowski, sono stati registrati nell’area metropolitana, ma la loro storia racconta molto di una quotidianità che sta cambiando il volto della capitale polacca. A raccontare al Sir la quotidianità di una delle tante cittadine che costellano la cintura urbana di Varsavia è padre Luca Bovio, provinciale dei missionari della Consolata in Polonia: "Il numero dei profughi potrebbe essere ben più alto, ma c’è un limite che è fisico. Non è questione di volontà, ma a Kielpin non c’è davvero più spazio. Pochi giorni fa ho fatto visita ad una famiglia e in quel momento, nella loro casa, erano accolte dodici persone".

La guerra ha cambiato in profondità anche la “geografia” fisica e spirituale della Chiesa in Ucraina. “Siamo diventati – osserva don Taras Zheplinskyi - una chiesa unita attorno al comandamento di amare Dio e il prossimo. Una Chiesa, che nonostante il pericolo, rimane e sceglie di stare a fianco della gente che soffre. Una Chiesa che cerca di proteggere e salvare la vita. Una Chiesa al servizio di tutti, nella società. Una Chiesa dove tutto è condiviso e se c’è una parte che soffre, tutti, in Ucraina e nel mondo, sentono e vivono quella stessa sofferenza”.

Stop al green pass per i ristoranti all’aperto e nel trasporto pubblico, via l’obbligo di super green pass al lavoro, allentamento delle norme sui contatti a scuola, abolizione della quarantena per i contatti stretti di positivi, anche non vaccinati, mascherine al lavoro anche chirurgiche e non per forza Ffp2. 

Il Senato ha convertito definitivamente in legge il decreto che introduce misure urgenti per la crisi ucraina. Sul provvedimento il governo aveva posto la questione di fiducia. I voti favorevoli sono stati 214, i contrari 35, nessun astenuto.

Una guerra iniziata 11 anni fa, “che purtroppo non è ancora finita”. Lo scrive suor Marta Luisa dal Monastero trappista di “Nostra Signora Fonte della Pace” di Azeir, in Siria. Dal 2005 infatti un piccolo gruppo di sorelle, provenienti dal monastero di Valserena, in Toscana, si è stabilito vicino ad Aleppo, per dare inizio a una nuova comunità monastica.

La proposta di Cristina Cattaneo al Parlamento Ue: avviare un progetto di collaborazione e creare strutture dedicate alle interviste dei parenti degli scomparsi. "Identificazione dei morti, fattore determinante per la dignità dei defunti e delle famiglie ma anche fondamentale dal punto di vista legale". Le esperienze pilota in Italia

"I cittadini ucraini che hanno presentato domanda di emersione e sono ancora in attesa del rilascio del permesso di soggiorno, potranno uscire dall’Italia per prestare soccorso ai familiari". Assindatcolf commenta le novità del Dpcm in materia di protezione temporanea: "Piccola 'vittoria' che potrebbe cambiare la vita a migliaia di persone"