Chiesa nel mondo

«Gridare, rispondere, liberare». Sono i tre imperativi contenuti nel messaggio di Papa Francesco per la seconda Giornata mondiale dei poveri, in programma il 18 novembre. «Un serio esame di coscienza», la richiesta, per dire no alla «fobia» verso i poveri e rifuggire dal protagonismo nelle attività a loro dedicate. Politiche «indegne», la denuncia, spesso opprimono o intimoriscono i poveri.

“La Chiesa è chiamata ad accompagnare e a condividere il dolore del popolo amazzonico e a collaborare alla guarigione delle sue ferite”, attraverso “un ascolto attento contemporaneamente al grido dei poveri e a quello della terra”. È l’appello del documento preparatorio al Sinodo per l’Amazzonia, dove – sulla scorta del documento di Aparecida – si ribadisce che “non prendersi cura della casa comune è un’offesa al Creatore, un attentato contro la biodiversità e, in definitiva, contro la vita”.

È venuto il momento di avviare nuovi processi, senza preoccuparsi di occupare spazi di potere. Nuovi processi in cui i giovani – soprattutto i giovani – si sentano chiamati ad assumersi nuove responsabilità e ad elaborare nuove “idee ricostruttive” per la democrazia del nostro Paese. Sono convinto che le energie morali di questo Paese sono ancora tante e tantissimi siano i talenti inespressi che necessitano di essere valorizzati

Ascoltiamoli, come non si stanca di suggerire Papa Francesco, accompagniamoli e sosteniamoli nelle tante esperienze quotidiane, dedichiamoci con attenzione alla loro formazione, chiediamo che mostrino responsabilità e coraggio nell’affrontare le sfide di tutti i giorni. Ma anzitutto manteniamo verso di loro quella passione e quello sguardo benevolo, pieno di speranza, di cui Papa Giovanni è stato maestro e testimone, con il quale continua ad accarezzare i luoghi e le persone che incontra in questo straordinario viaggio in terra bergamasca

Nel regime di cristianità la processione del Corpus Domini era l’occasione di una manifestazione pubblica della fede cattolica, sulla piazza, ma oggi nella città ormai secolarizzata ciò non è sempre possibile né è sempre compreso dagli stessi cattolici. Eppure non dovremmo dimenticare il messaggio di questa festa nella sua interezza e anche nella sua portata scandalosa

Costruire una casa dove sia la Chiesa che lo sport si riconoscano e si donino in una reciprocità fatta di simpatia e alleanza. Da qui prenderà le mosse il Progetto di pastorale attraverso lo sport che l’Ufficio nazionale per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza episcopale italiana vuole costruire “dal basso” unitamente alle Associazioni sportive di ispirazione cristiana e alle tante parrocchie che sperimentano la forza evangelizzatrice e umanizzante dello sport. Il progetto che porterà il nome di JoySport ci vedrà impegnati a tradurre in pratica ciò che il documento “Dare il meglio di sé” ha consegnato in modo profetico

Nasce a Rezzanello di Gazzola, in provincia di Piacenza, il 9 dicembre 1940, ultima di tre figli. A dieci anni si trasferisce a Sesto San Giovanni (Milano) dove la famiglia apre un negozio di frutta e verdura. Il 5 maggio 1963 fa il suo ingresso tra le Missionarie della Consolata mentre la prima professione religiosa è del novembre 1965; sette anni dopo - in Kenya, dove arriva nel '70 - emette la professione perpetua.

Il cuore dell'introduzione del card. Bassetti all'Assemblea della Cei è dedicato all'attuale passaggio politico. "La partita non è persa", ma non basta avere un governo per guidare un Paese. "Cogliere la sfida del nuovo che avanza nella politica italiana per fare un esame di coscienza", l'appello, a partire dal contributo importante che i cattolici hanno dato in questi cento anni di impegno, dall'appello di Sturzo "ai Liberi e forti", e dalla capacità di essere "minoranze attive". "Stima" a Mattarella. "Respiro europeo" ed etica pubblica principi fondanti per l'Italia

Dare corpo a un "sistema italiano" di "fidei donum" e ridurre il numero delle diocesi. Sono due delle proposte di Papa Francesco alla Chiesa italiana, riunita in questi giorni in Vaticano per l'assemblea generale. Crisi delle vocazioni, povertà evangelica e trasparenza, riduzione delle diocesi, le tre "preoccupazioni" attorno a cui si è articolato il suo discorso a braccio, prima dell'incontro "a porte chiuse" con i vescovi.