La storia di Terranova
Era il 1217 quando i fedeli di Terranova, lontani dalla pieve di Corte da cui dipendevano, chiesero al vescovo Giordano la possibilità di edificare una propria chiesa più facile da raggiungere. L’attuale configurazione di Terranova si deve alla rettifica della “volta Zilia” lungo il Bacchiglione avvenuta nel 1859. che separò la chiesa dalla maggior parte del paese sulla sponda opposta.
Era il 1217 quando i fedeli di Terranova, lontani dalla pieve di Corte da cui dipendevano, chiesero al vescovo Giordano la possibilità di edificare una propria chiesa più facile da raggiungere.
Il vescovo acconsentì e volle dedicare l’edificio a san Geminiano, patrono di Modena, sua città natale.
Il territorio della nuova parrocchia, l’unica in diocesi intitolata a questo santo, risultava smembrato da quello della pieve di Corte ma soggetto alla chiesa matrice almeno fino alla visita pastorale del 1489.
Dalla visita del secolo successivo (1588) si apprende che Terranova era invece dipendente dalla pieve di Sant’Agostino di Bovolenta.
L’edificio subì nei secoli diverse ristrutturazioni; se nel 1489 aveva un unico altare, nel 1683, all’epoca del Barbarigo e in seguito a un importante restauro avviato nel 1624, erano tre.
Altri rifacimenti si ebbero tra 1930 e 1940, anno in cui fu consacrata.
L’attuale configurazione di Terranova (il toponimo si riferisce verosimilmente alle bonifiche di cui fu protagonista) si deve alla rettifica della “volta Zilia” lungo il Bacchiglione avvenuta nel 1859. L’opera idraulica separò la chiesa e le case limitrofe, costruite entro un’ansa del fiume, dalla maggior parte del paese sulla sponda opposta.