Giubileo Persone con disabilità: confessioni accessibili e adorazione eucaristica. Ogni persona accolta e amata per quello che è

Spiritualità e accoglienza hanno animato questa mattina la chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini a Roma, dove si è svolto uno degli appuntamenti del Giubileo dei Disabili: le confessioni accessibili e l'adorazione eucaristica. Un momento pensato per garantire a tutte le persone con disabilità l’incontro personale con il sacramento della riconciliazione e con la presenza reale di Gesù nel Santissimo Sacramento.

Giubileo Persone con disabilità: confessioni accessibili e adorazione eucaristica. Ogni persona accolta e amata per quello che è

Spiritualità e accoglienza hanno animato questa mattina la chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini a Roma, dove si è svolto uno degli appuntamenti del Giubileo dei Disabili: le confessioni accessibili e l’adorazione eucaristica. Un momento pensato per garantire a tutte le persone con disabilità l’incontro personale con il sacramento della riconciliazione e con la presenza reale di Gesù nel Santissimo Sacramento. Fondamentale, in questa giornata, il servizio dei sacerdoti che hanno accolto i pellegrini per il sacramento della confessione, rendendo possibile il dialogo anche per chi ha difficoltà comunicative. Come don Giorgio Del Vecchio, della diocesi di Ascoli Piceno, interprete Lis e sacerdote impegnato nella pastorale delle persone sorde e con neurodivergenze.

“È un dono ogni volta poter offrirmi come mediazione con il Padre per il sacramento della riconciliazione”,

racconta. “Ogni persona si sente accolta, amata per quello che è, e non giudicata. È un’occasione per poter vivere l’abbraccio di Dio che è padre per tutti, come Papa Francesco spesso ci ha ricordato”. Per don Giorgio, la sua missione ha una sfumatura particolare, “È una vocazione nella vocazione. Essere sacerdote per tutti, sicuramente, ma essere sacerdote anche per chi di solito ha difficoltà a incontrare il Signore attraverso la lingua dei segni”. In questo servizio, emerge un messaggio chiaro e fortemente evangelico,

“Il nostro confrontarci con la disabilità ci aiuta a ricordarci che la disabilità non è una mancanza, ma è un valore aggiunto. Diventa veramente un’opportunità per poter vivere appieno e meglio anche la nostra condizione di figli e la nostra condizione di persone in cammino, cercatori di speranza”.

Le parole di Papa Francesco, che ha spesso incoraggiato una Chiesa “accidentata”, risuonano forti,

“Ci ha sempre ricordato che è meglio una Chiesa accidentata che non una Chiesa che vuole apparire perfetta in ogni suo punto”.

Ed è proprio nell’accoglienza della fragilità che la Chiesa si mostra viva, capace di abbracciare tutti e di camminare insieme a ciascuno, senza lasciare indietro nessuno. Tra i volontari impegnati nell’accoglienza c’è Maria Luisa Campa del Circolo di San Pietro, che racconta, “Presto servizio qui allo spazio accoglienza per le persone con disabilità. Siamo un servizio aperto tutti i mercoledì e di sabato e domenica, in concomitanza con gli eventi giubilari”. Il loro compito, come sottolinea, è quello di essere “un punto di riferimento per tutte le persone che hanno bisogno di appoggiarsi a noi”. Non si tratta solo di un sostegno pratico, ma anche di un impegno umano, “Abbiamo seguito corsi per apprendere la lingua dei segni, la Lis, e ogni forma di comunicazione aumentativa alternativa”, aggiunge Maria Luisa Campa,

“Ci alterniamo per essere presenti in grado di parlare l’inglese, il francese e lo spagnolo e, naturalmente, l’italiano. Ma cerchiamo di parlare soprattutto la lingua del cuore”.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Sir