Giubileo Persone con disabilità: Di Serafino (Unitalsi), “esperienza di carità”
Si è aperto oggi (fino a domani) il Giubileo dedicato alle persone con disabilità. Sono attesi a Roma e in Vaticano circa diecimila pellegrini, tra i quali anche famigliari e accompagnatori, da oltre 90 Paesi del mondo. Numerose anche le associazioni presenti coinvolte nella cura e nell’accompagnamento dei pellegrini con disabilità, come l’Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari Internazionali). Il Sir ha intervistato il vicepresidente Sabatino Di Serafino.

Si è aperto oggi (fino a domani) il Giubileo dedicato alle persone con disabilità. Sono attesi a Roma e in Vaticano circa diecimila pellegrini, tra i quali anche famigliari e accompagnatori, da oltre 90 Paesi del mondo, come Usa, Polonia, Spagna, Messico, Canada, Argentina, Brasile, India, Indonesia, Colombia, Cile, Ecuador, Filippine, Congo, Nigeria, Australia, Cina, e molti altri. Numerose anche le associazioni presenti coinvolte nella cura e nell’accompagnamento dei pellegrini con disabilità, come l’Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari Internazionali).
“Questo Giubileo – dichiara il Presidente nazionale Unitalsi, Rocco Palese – è un segno potente della Chiesa che accoglie, abbraccia e cammina insieme a chi vive la disabilità nella quotidianità. I nostri volontari sono qui, come sempre, per servire con il cuore, perché nell’incontro con l’altro, soprattutto con chi è più fragile, si manifesta il vero volto del Vangelo. Essere accanto alle persone con disabilità in questo momento così significativo significa riconoscere e celebrare la loro dignità, la loro fede, la loro testimonianza”.
Parole condivise anche dal vice-presidente Unitalsi, Sabatino Di Serafino che, parlando al Sir, ricorda “il Dna dell’associazione, riconosciuta dalla Chiesa, che da più di 120 anni è vicino alle persone in difficoltà. Non potevamo non esserci, è nella nostra essenza, nella storia e nella collocazione che abbiamo all’interno della Chiesa quello di cercare di farsi prossimo alla realtà del disagio e della fragilità. Nel Giubileo viviamo un senso di appartenenza e un’esperienza di carità”. La morte di Papa Francesco ha caricato questi due giorni di eventi di ulteriori significati anche alla luce della continua vicinanza del Pontefice al mondo della disabilità, della sofferenza e del disagio.
Il ricordo di Papa Francesco. Un legame condiviso con l’Unitalsi che, aggiunge Di Serafino, “due volte ha incontrato Papa Francesco. Lo ricordo ancora nel pieno delle forze dieci anni fa e lo ricordo invece in una condizione molto simile a quella dei nostri ammalati in carrozzina il 14 dicembre 2023, quando pur nelle mutate condizioni fisiche ha rinnovato la sua vicinanza al mondo della sofferenza. Lo ha fatto come era nel suo stile, prendendo, accarezzando e facendosi ancor più compiutamente ‘uno di noi’, perché non era nelle condizioni di poter deambulare completamente”.
Un Papa che ha rinnovato la fiducia verso la nostra associazione arrivando, in qualche modo, farne parte anche attiva come soggetto, come persona in difficoltà che manifesta la sua fragilità ma anche la sua grandezza”.
Impegno sul campo. L’Unitalsi, in questi due giorni, è impegnata con oltre 50 volontari nei servizi di accoglienza e di supporto al Dipartimento di Protezione Civile di Roma Capitale e di assistenza e accompagnamento delle persone con disabilità. I volontari si alterneranno nelle postazioni e nei gazebo posizionati a piazza San Pietro, (lato Piazza Sant’Uffizio), dove le persone con disabilità e ammalate possono richiedere una carrozzina. Un altro gazebo Unitalsi sarà presente lungo Via della Conciliazione dove i pellegrini potranno vivere l’esperienza itinerante “Le Vie della Speranza”, con la proposta di stand e testimonianze da parte di realtà che raccontano la vita e i segni di speranza delle persone con disabilità. “Vogliamo – conclude il vicepresidente Unitalsi – cercare di dare una risposta concreta a tutte le persone in difficoltà che verranno durante tutto il Giubileo, e al tempo stesso, rinnovare in noi la speranza in un mondo inclusivo e in una condizione di vita, per i disabili, che sia più a misura d’uomo”.