Un anno di Sguardi d'Arcella che, all'interno del progetto Play together, ha raccontato storie, aneddoti e curiosità di residenti, associazioni e studenti del quartiere. L'intento è quello di entrare nel cuore delle storie, sviluppando coesione e superando cliché e pregiudi attorno all'Arcella.
La storia dell'Arcella è segnata dal rapporto con sant'Antonio. Il frate portoghese vi sostò durante il suo primo viaggio a Padova nel 1227 (si ipotizza che qui scrisse i suoi Sermones) e morente nel 1231. Distrutto nel Cinquecento, riedificato nel 1670 e infine ricostruito in stile neoclassico nell'Ottocento, il santuario accoglie anche la salma della beata Elena Enselmini, patrona minore della città.
Molte delle opere d’arte custodite all’interno del santuario antoniano ricordano la morte del santo portoghese, qui avvenuta il 13 giugno 1231.
I servizi della Difesa
Dal 2006, in un'ala del convento dei frati della parrocchia di Sant'Antonio all'Arcella, c'è casa Beata Elena Enselmini che accoglie malati in cura all'ospedale di Padova e i loro familiari e, da qualche anno, con un accordo con la Caritas di Padova anche una famiglia di migranti.
Scuole, patronati e associazioni sono i luoghi dove si respira la voglia di creare rete. Negozi etnici si mischiano a quelli italiani, c'è la scuola di italo-cinese, fiore all'occhiello di una comunità non sempre aperta al dialogo e non mancano i residenti che, al sentir pronunciare la parola multiculturalità, si infastidiscono come se tanta enfasi sulla presenza straniera cancellasse ogni altro aspetto del quartiere.
Prodotte dalla prestigiosa e antica fonderia Cavandini di Verona, le campane furono accolte nel 1922 dalla popolazione e benedette dal vescovo Pelizzo. Dalla più piccola alla più grande, le otto campane hanno una storia particolare e dei nomi prestigiosi: quelli dei personaggi legati alla vita di sant'Antonio.
Andrea Nicolello Rossi, di Legambiente Padova, immagina l'Arcella come Kreuzberg, zona alternativa di Berlino, che accoglie gli appassionati di musica. Per il quartiere a nord di Padova, in futuro, si potrebbe seguire l'esempio delle aree multietniche europee di maggior successo.
Nato da un'idea di Francesco Cocchiglia che si occupa della comunicazione della squadra di calcio, il museo della polisportiva cresciuta sotto l'ombra del campanile di Sant'Antonio ripercorre quasi un secolo di vita, tra ricordi frammentati, foto ingiallite e maglie storiche. Tra calcio, volley, basket c'è spazio anche per il baseball e il ciclismo. E tra gli sportivi arcellani spuntano atleti conosciuti in tutta Italia
Venerdì 29 aprile nel centro parrocchiale di San Carlo, in Arcella a Padova, si è svolta l’annuale assemblea dei soci di Noi Padova durante la quale sono stati approvati i bilanci economico e istituzionale del 2015. Pubblichiamo di seguito la relazione del presidente Fabio Brocca che si è aperta con i ringraziamenti.
In due appartamenti – Terra e Stelle – gestiti dalla Caritas e all'interno dell'up di San Filippo Neri, San Bellino e Santissima Trinità all'Arcella, persona senza dimora vengono temporaneamente accolti per intraprendere un nuovo cammino verso la dignità.
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Fino al 13 settembre Sant'Antonino all'Arcella è in festa con la sagra delle noci. E domenica tutti in piazza per la disputa del palio che coinvolge generazioni di volontari e figuranti, anche da fuori parrocchia.
Anziani di vari quartieri della città e profughi giunti da qualche giorno a Padova sono stati tutti inviati alla festa di fine anno della scuola d'italiano della comunità di Sant'Egidio. Un momento di convivialità per tutti, ma soprattutto la «promozione del mutuo rispetto attraverso l'educazione» come insegna papa Francesco.
Sono sabato 18 e domenica 19 aprile i giorni in cui il nuovo patronato dell'Arcella viene definitivamente consegnato alla comunità e alla cittadinanza tutta del quartiere. al centro del lavoro svolto dall'architetto Fedar, parrocchiana di Sant'Antonino, la storia di san Francesco e quella dell'Arcella stessa. Oltre alla pastorale e all'iniziazione cristiana, ecco dunque un nuovo laboratorio di cittadinanza e di integrazione che darà respiro a tutta la popolazione.
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Fra Simone Milani è trevigiano di Loria e si è diplomato all'istituto professionale Galilei di Castelfranco. Ma la sua vocazione, evidentemente non era quella del programmatore meccanico. Dal 2008, postulato, noviziato, baccalaureato alla Facoltà teologica del Triveneto, i voti perpetui e le ordinazioni. In mezzo le esperienza pastorali, in particolare quella alla Guizza, che hanno segnato il suo stile di frate.
Dopo quattro incontri nei vicariati di Padova, la pastorale cittadina giovani si prepara all’appuntamento di sabato 7 maggio con il GrestUp presso il centro sportivo Vlacovich in zona Forcellini. Più di 530 adolescenti – che tra poche settimane saranno impegnati nei grest nelle 68 parrocchie della città – hanno confermato la loro presenza per un incontro di formazione e di giochi dalle 14.30 alle 22.30.