Le opere d'arte dell'Arcella
Molte delle opere d’arte custodite all’interno del santuario antoniano ricordano la morte del santo portoghese, qui avvenuta il 13 giugno 1231.
Molte delle opere d’arte custodite all’interno del santuario antoniano ricordano la morte del santo portoghese, qui avvenuta il 13 giugno 1231.
Sotto l’altare della cella del transito, che ricorda il luogo in cui Antonio morì, troviamo la statua di Sant’Antonio spirato, opera in pietra dipinta di Rinaldo Rinaldi, allievo prediletto del Canova, risalente al 1808.
Sul retro della cella sono invece collocate due tele di Pietro Pajetta, di cui una raffigurante Sant’Antonio da Padova morente trasportato all’Arcella, entrambe del 1903.
Nelle cappelle laterali trovano posto il neoclassico monumento Miari, datato 1856, arricchito da un bassorilievo di Luigi Minisini, e un crocifisso ligneo degli anni Trenta del Novecento scolpito nel laboratorio gardenese Stuflesser.
Sulla controfacciata della chiesa si trova una grande tela che l’artista Giuseppe Siccardi ha dipinto nel 1995 dal titolo Morte di Sant’Antonio, mentre il bel crocifisso del presbiterio è opera settecentesca di un discendente della celebre famiglia di scultori bellunesi Brustolon.
Nel’abside troneggia il grande organo Mascioni. Restaurato nel 2003, è suddiviso in tre corpi ed è dotato di tremila canne, particolare che permette, per l’alta qualità del suono e la straordinaria acustica, l’esecuzione di concerti e importanti registrazioni musicali.