Il museo dell’Unione sportiva Arcella: cimeli ripescati dallo sgabuzzino
Nato da un'idea di Francesco Cocchiglia che si occupa della comunicazione della squadra di calcio, il museo della polisportiva cresciuta sotto l'ombra del campanile di Sant'Antonio ripercorre quasi un secolo di vita, tra ricordi frammentati, foto ingiallite e maglie storiche. Tra calcio, volley, basket c'è spazio anche per il baseball e il ciclismo. E tra gli sportivi arcellani spuntano atleti conosciuti in tutta Italia
Quasi cento anni di storia: da quando nel 1922, i frati minori conventuali decisero di promuovere, accanto al Santuario di Sant'Antonino, uno spazio dedicato allo sport e all'aggregazione di tutti i ragazzi della parrocchia e del quartiere, l’Unione sportiva Arcella è cresciuta, è passata dall'amatoriale all'agonismo, si è impreziosita di momenti magici. Ma tra calcio, pallavolo, basket, baseball e ciclismo, molti ricordi si sono ingialliti: foto, magliette e oggetti sono un po’ sparsi tra quel che rimane dell’archivio storico, il magazzino e le valige impolverate su in soffitta dei vari atleti. Perché, dunque, non provare a ricostruire il passato glorioso di una grande famiglia e dedicargli un museo? L’affascinante idea è di Francesco Cocchiglia che si occupa principalmente della comunicazione a livello web e ufficio stampa della squadra di calcio dell’Arcella: lui, cresciuto nella parrocchia, dove giocato per dieci anni prima di smettere, ha messo su la mostra che ha aperto i battenti durante la trentesima edizione della Festa dello sport ed è visitabile fino al cinque giugno.
Un lavoro non semplice in assenza di archivi e documenti ufficiali - Armato di tanta pazienza e passione, Francesco ha frugato nei magazzini alla ricerca di maglie, quelle conservate e che non sono state smarrite nei decenni, ha ricercato e datato le immagini e ha contattato vari protagonisti storici della polisportiva. Il primo passo è stato ricostruire la cronologia con le varie partecipazioni dell’Arcella calcio: «L’anno scorso quando la squadra è salita in Prima categoria, i giornali hanno scritto che è stata la prima volta nella sua storia – dice Francesco - Ma nessuno ne aveva certezza perché gli archivi documentali non esistono più, partono dal 1986 in poi perché nei 5 anni prima, la società si era sciolta. Andando indietro negli anni non si trova molto materiale perché nel primo periodo era portata avanti dai frati come circolo ricreativo. La foto più vecchia, infatti, è del 1948 e ritrae il gruppo di ciclisti. Quindi attraverso i documenti delle federazioni e attraverso i giornali ho ricostruito la cronistoria e la Figc - la Federazione italiana giuoco calcio - mi hanno detto che prima del 1948 non esiste il nome negli elenchi ufficiali».
L'amichevole contro il Padova di Del Piero e la squadra di baseball. Storie dimenticate - Pur essendo una storia di quartiere, quella dell'Us. Arcella permane principalmente nella memoria dei singoli, dei protagonisti che sui vari campetti l’hanno vissuta e l’hanno scritta. In assenza, dunque, di un ricordo collettivo, il rischio è di perdere tracce preziose di un passato sfumato. Senza andare troppo indietro negli anni: «Nel 1992, a fine maggio, si è giocata una prestigiosa amichevole tra l’Arcella e il Padova di Di Livio e di un giovane Del Piero – svela Francesco - Chi era sul campo se la ricorda, gli altri non sanno che è mai esistita». Come la parentesi del baseball e del softball: si è sempre mormorato un passato sul “diamante”, ma di concreto non c’era nulla. «Tranne la maglietta che è di una ragazza che ha giocato qui da noi – continua l’artefice del museo - il guanto, le mazze, le palle e le scarpe erano conservate in una valigetta che lo stesso giocatore ci ha portato. Poi attraverso l’archivio della stampa ho recuperato i vari ritagli di giornale e ho scoperto che la squadra femminile ha giocato in Serie A e per poco non vinceva il campionato del ’73-’74. Quindi qui il baseball è stata una piacevole realtà fino a metà degli anni Settanta: poi il progetto non è più andato avanti, ma dalla squadra maschile è nata la Padova baseball e l’attuale presidente Tommasin ha giocato nell'Arcella».
Da Rossettini a Lello Scagnellato: i "volti" noti cresciuti nell'Arcella - Guardando i volti degli atleti, all'interno del museo non mancano le sorprese: un angolo, infatti, è dedicato agli sportivi che, svezzati tra i campetti dell’Arcella, si sono affermati nelle loro discipline e sono conosciuti in tutta Italia. Nel calcio primeggiano i nomi di Luca Rossettini , attuale difensore del Bologna, di Elisa Camporese , centrocampista del Tavagnacco, vincitrice di vari Scudetti, Coppe Italia e Supercoppe e che ha esordito in Nazionale maggiore nel 2001 e il nome di Aurelio "Lello" Scagnellato, capitano e bandiera del grande Padova di Nereo Rocco, ma dal passato particolare. Entrato nella storia come uno dei difensori più rocciosi, i suoi primi passi sportivi li ha compiuti nell'Arcella come pallavolista. E andando avanti, incrociando sguardi e testimonianze, sbucano altri aneddoti particolari: la polisportiva cresciuta all'ombra del campanile di Sant'Antonio ha avuto anche una squadra di ciclismo. Tra questi c’è Antonio Zanaga, classe 1928, plurivincitore a livello amatoriale che ha cominciato a pedalare proprio nel centro parrocchiale.
In occasione del centenario, nel 2022, il museo verrà arricchito con altre storie e curiosità dimenticate: Francesco con questa mostra ha voluto lanciare un appello per riportare in Arcella cimeli conservati gelosamente e ricordi che risiedono nei cassetti della memoria. Tutti sono invitati a condividere una sfumatura del proprio passato e di quello della parrocchia per consegnarlo alle generazioni future. Non ci resta, dunque, che aspettare.