Coop sociali, capitale diffuso
Offrono servizi a decine di migliaia di cittadini del Veneto, a costi ben più bassi di quanto non riesca all’ente pubblico, coinvolgendo assieme a soci e lavoratori ordinari anche 1.300 lavoratori svantaggiati e migliaia di volontari. È il patrimonio della cooperazione sociale, chiamato oggi a nuove sfide di rilievo.
Il 6 giugno scorso è stata approvata la legge n.106 di delega al governo “per la riforma del terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale”.
Numerose sono le novità introdotte e tra queste alcune hanno evidenti ricadute per le cooperative sociali. Innanzitutto, la normativa prevede la “acquisizione di diritto della qualifica di impresa sociale da parte delle cooperative sociali e dei loro consorzi”.
In secondo luogo, per le imprese sociali sono previsti obblighi di trasparenza e di informazione anche verso i terzi, di rendicontazione sociale e il progressivo impegno per una valutazione dell’impatto sociale prodotto.
Una risposta sperimentale è arrivata nel corso di quest’anno dalla realizzazione di una ricerca condotta da Euricse e voluta da Federsolidarietà Veneto.
La dimensione economica e finanziaria
Le cooperative sociali venete di riferimento che hanno depositato il bilancio sociale 2014 alle Camere di commercio erano 409 (su un numero di associate a Federsolidarietà pari a 436 unità); risultano distribuite in modo eterogeneo nelle varie province: 112 a Padova, 86 a Verona, 76 a Vicenza, 53 a Treviso, 43 a Venezia, 25 a Rovigo e 14 a Belluno. Il 54,8 per cento ha natura di cooperative sociali di tipo A, dedite alla produzione di servizi, il 30,1 di tipo B, volte all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, il 15,2 di tipo plurimo.
L’analisi generale mette in luce un settore ben strutturato e radicato: quale primo dato si consideri che ben il 29,5 per cento delle cooperative sociali venete associate a Federsolidarietà Veneto è stato fondato prima della legge istitutiva (la 381 del 1991), ma il movimento continua a crescere e così il 33,6 dell’universo è stato fondato tra 1991 e 2000.
Analizzando le classi dimensionali si osserva che ben il 40,35 ha generato nel 2014 un valore della produzione superiore a un milione di euro, mentre solo il 38,14 (rispetto a una media nazionale del 69,15) è di piccola dimensione, registrando un valore della produzione inferiore ai 500 mila euro.
Risorse finanziarie
Il valore della produzione complessivamente generato dalle 175 cooperative sociali analizzate è di 464 milioni di euro, riferibili soprattutto alla cooperazione sociale di tipo A, per un valore aggregato di 273 milioni di euro, e a seguire da cooperative sociali di tipo B (121 milioni) e plurime (69,5 milioni di euro). A ciò si aggiunga che le cooperative sociali analizzate (175) presentano anche elevati livelli di patrimonializzazione: a livello aggregato il patrimonio netto ammonta a 119,8 milioni (per una media di 685 mila euro a cooperativa, quindi).
Le cooperative sociali venete studiate presentano una buona apertura al mercato e capacità di rendersi più indipendenti dalla vendita di servizi all’ente pubblico, anche se con marcate differenze tra tipologie. Le cooperative di tipo B derivano in media il 59 per cento dei propri ricavi dalla vendita a cittadini e soprattutto a imprese private, e tale risultato è il frutto della diversificazione dei settori di attività in cui esse sono presenti e della complementare azione delle cooperative in settori tradizionali e in settori più innovativi.
Per le cooperative sociali di tipo A i ricavi dal pubblico sono ovviamente in media molto incisivi, rappresentando il 78,2 per cento delle entrate delle intervistate e rilevante è il fatto che quasi la metà delle stesse abbia una dipendenza da entrate pubbliche superiore al 90 per cento.
Risorse umane
Le cooperative sociali mobilitano nella produzione di servizi sociali e nelle attività di inserimento lavorativo soprattutto risorse “umane”.
Le 175 cooperative sociali venete analizzate hanno potuto contare nel 2015 sulla presenza di 15.405 lavoratori ordinari tra soci e non, 1.300 lavoratori svantaggiati certificati nelle cooperative di tipo B e plurime, 3.109 volontari.
Rispetto a questa ultima importante “risorsa” va letta inoltre la grande capacità di attrazione da parte delle cooperative venete e la rilevanza del volontariato in questo contesto: il 91,3 per cento delle cooperative sociali analizzate presenta volontari nel proprio organico e nell’anno le cooperative hanno beneficiato (stando ai dati dichiarati da 110 di esse) di almeno 267.700 ore di volontariato svolte in attività centrali per la vita aziendale (core) e gestionali; una equivalenza di 140 lavoratori a tempo pieno presenti gratuitamente e per finalità solidali nella cooperazione sociale analizzata.
Gli esiti
Gli esiti più rilevanti e valutabili quantitativamente e qualitativamente sono quelli più strettamente connessi all’attività core delle coop: la produzione di servizi sociali e l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati.
Guardando alle cooperative sociali di tipo A e plurime, l’offerta di servizi risulta caratterizzata da complementarietà e quindi in modo sintetico da un’ottima capacità di rispondere a bisogni eterogenei e complessi della cittadinanza: se ben il 73 per cento delle cooperative sociali studiate è attivo nella produzione di servizi socio-assistenziali, un ulteriore 54,9 si occupa di servizi socio-sanitari e il 24,9 di servizi riabilitativi, e si rileva una buona offerta di servizi educativi alla prima infanzia e para-scolastici, socioculturali e ricreativi, infermieristici e abitativi (con presenza prossima al 20 per cento in tutti i settori).
Il migliore indicatore concreto di esito del servizio è quello relativo al numero di beneficiari, semplificativo dell’impatto quantitativo. Nel 2015, il numero degli utenti complessivamente serviti presso le proprie strutture o a domicilio dalle 94 cooperative sociali producenti servizi di interesse sociale e rispondenti al quesito (73 di tipo A e 21 plurime) è stato di 48.032 persone, cui si aggiungono 27.184 utenti seguiti presso enti pubblici e 95.450 seguiti presso altre organizzazioni di terzo settore.