Allarme Coldiretti: «Senza voucher, a rischio le raccolte estive e la vendemmia»
«Non è ammissibile che ancora una volta sia proprio il settore agricolo a essere l’unico penalizzato da una burocrazia che prevarica le disposizioni legislative sui buoni lavoro». La Coldiretti avverte il rischio che corre la raccolta estiva delle produzioni se l'Inps non accelera la procedura informatica per le nuove prestazioni occasionali.
Sono a rischio le raccolte estive di frutta e verdura in tutta la provincia di Padova e soprattutto la vendemmia – in particolare sui colli Euganei – a causa dei ritardi burocratici nello sviluppo della procedura informatica dell’Inps che impediscono alle imprese agricole l’accesso agli strumenti che hanno sostituito i voucher.
A lanciare l’allarme è Coldiretti Padova alla luce della circolare con cui l’istituto nazionale di previdenza detta le istruzioni operative per le nuove prestazioni occasionali.
«Ancora una volta la burocrazia si mette di traverso – afferma Giovanni Roncalli, direttore di Coldiretti Padova – mettendo a rischio le raccolte estive e la vendemmia insieme ad alcune migliaia di occasioni di lavoro per studenti, pensionati e cassa integrati padovani impiegati in agricoltura nell’attività stagionale. L’Inps non consente alle imprese agricole di poter utilizzare la comunicazione preventiva per un arco temporale di tre giorni, prerogativa che la legge attribuisce al settore agricolo in ragione delle sue specificità. Tutti sanno che le attività di raccolta in agricoltura non possono essere programmate con largo anticipo e sono condizionate dal meteo e da altre variabili non prevedibili. Non è ammissibile che, ancora una volta, sia proprio il settore agricolo a essere l’unico penalizzato da una burocrazia che prevarica le disposizioni legislative, di fatto bloccandone l’applicazione».
Coldiretti pertanto chiede all’Inps di superare immediatamente questo blocco per consentire l’utilizzo delle nuove prestazioni occasionali nel settore in cui sono nate e che anche nel passato non hanno dato luogo agli abusi che si sono verificati altrove.
Negli ultimi anni l’agricoltura ha fatto ricorso a una modesta percentuale di voucher, uno strumento che nel tempo è stato snaturato da un uso distorto che ha fatto perdere di vista la funzione primaria, vale a dire retribuire il lavoro occasionale e stagionale svolto da giovani studenti, pensionati, cassa integrati.
Nel 2016 nel Padovano i voucher utilizzati in agricoltura sono stati circa 30 mila l’anno, poco più dell’1 per cento su un totale di oltre tre milioni e circa un decimo di quanto invece viene impiegato nei settori del commercio, dei servizi e del turismo.
«L’agricoltura ha sempre usato con attenzione e in minima parte i voucher – aggiunge il presidente di Coldiretti Padova Federico Miotto – A differenza degli altri settori l’utilizzo è rimasto pressochè stabile e ha aiutato ad avvicinare al mondo dell’agricoltura giovani studenti e a mantenere attivi molti pensionati nelle campagne. I buoni lavoro hanno consentito di coniugare gli interessi dell’impresa agricola per il basso livello di burocrazia con la domanda di lavoro di persone in cerca di un reddito occasionale da percepire in forma corretta. Siamo di nuovo all’anno zero, e tutti ne escono penalizzati».