Povertà a Roma: città divisa tra chi può molto e chi non ha nulla

Dal reddito alla casa, dal lavoro all’istruzione: il nuovo rapporto Caritas mostra una Capitale in cui le disuguaglianze continuano a crescere rispetto al 2023

Povertà a Roma: città divisa tra chi può molto e chi non ha nulla

A guardarla dopo aver letto il settimo Rapporto della Caritas diocesana “Povertà a Roma: un punto di vista” la città appare lacerata da contrasti estremi. Da un lato una Capitale che indossa il suo “vestito migliore” e si prepara con slancio al Giubileo 2025, dall’altro una Roma ferita dove crescono povertà e disuguaglianze. “Tra indifferenza e speranza” il titolo della relazione presentata oggi, 22 novembre, a pochi giorni dall’ottava Giornata mondiale dei poveri e a un mese dall’apertura del Giubileo. In 180 pagine suddivise in 5 capitoli, il lavoro, completato il 15 novembre dall’Area studi e comunicazione della Caritas di Roma, fornisce dati del 2023 e inizio 2024, spesso sconcertanti, ed espone una realtà complessa con focus su educazione, abitazione e servizi sociali. Le analisi sono anche frutto del Cammino sinodale e del percorso (Dis)uguaglianze avviato in occasione del cinquantenario del convegno sui “mali di Roma”. Accanto a questi propone un ventaglio di misure che possono fare della città una casa di speranza per tutti. Il 30,8% delle famiglie dichiara un peggioramento della propria situazione economica rispetto all’anno precedente. Il 12,7% dei romani è a rischio povertà. Il 3,1% delle famiglie non può permettersi spese impreviste o periodi di ferie, il 3,5% arriva a fine mese con estrema difficoltà, quasi una famiglia su dieci ha un’occupazione precaria. Il reddito medio pro capite, pari a 30.000 euro l’anno, è tra i più alti d’Italia, ma le disuguaglianze interne appaiono sempre più marcate.

Il reddito medio varia drasticamente tra i diversi municipi: mentre nel Municipio II si raggiungono i 43.000 euro annui, nel Municipio VI il dato si ferma a 17.751 euro, ben al di sotto della media cittadina. Inoltre, il 49,3% dei romani dichiara un reddito inferiore ai 15mila euro. La crisi abitativa si conferma tra i principali problemi della Capitale. Nel 2023 sono state emesse 3.528 ordinanze di sfratto, di cui 2.058 eseguite, prevalentemente per morosità incolpevole; 18.608 famiglie sono in attesa di un alloggio popolare e 7.259 aspettano addirittura da oltre 10 anni. Sono circa 23.420 i senza fissa dimora censiti dall’Istat, al 31 dicembre 2021, nei 121 comuni dell’area metropolitana di Roma, la maggior parte dei quali (22.162) nel territorio della Capitale; 2.204 le persone che vivono in strada censite al 20 aprile 2024 da Roma Capitale e Istat, nella sola area dell’anello ferroviario, comprese le stazioni Ostiense, Tiburtina, Trastevere e Tuscolana e nei quartieri residenziali del X Municipio. Gli insediamenti abusivi, censiti nel primo semestre 2024 dalla polizia locale sono circa 350 dei quali 125 nel Municipio I (12 in zona Prati). Sono circa 100 insediamenti abusivi in più rispetto a un analogo censimento effettuato nel 2018. Si stima siano coinvolte 9mila persone. Tutto questo a fronte di circa 200mila appartamenti vuoti, in un contesto di affitti proibitivi e il dilagare degli affitti brevi che stanno trasformando il tessuto sociale dei quartieri.

Chi vive in situazioni di grave povertà “non può essere solo un dato statistico”, per usare le parole di Papa Francesco durante l’assemblea diocesana del 25 ottobre scorso. È necessario intervenire e tra le richieste di Caritas ci sono la collaborazione istituzionale, l’avvio di piani pluriennali per la costruzione di nuove case popolari e il rifinanziamento dei fondi per l’affitto e la morosità incolpevole, la riforma della legge sulle locazioni, una nuova legge regionale sull’edilizia residenziale pubblica che metta al centro le persone e le loro esigenze. Al Campidoglio si chiede, tra l’altro, l’attuazione del piano strategico per il diritto all’abitare, la regolamentazione degli affitti brevi, il recupero e il riutilizzo degli immobili abbandonati. Altro nodo cruciale è quello dell’educazione. Nel Lazio, il 7,4% degli studenti abbandona precocemente la scuola e il rapporto sottolinea inoltre come un minore su quattro viva in famiglie a rischio povertà, con difficoltà nell’accesso a materiali scolastici, tecnologia e opportunità extracurriculari. Migliaia gli studenti che mostrano gravi carenze scolastiche per mancanza acuta di supporto nell’apprendimento quotidiano. Per mitigare gli effetti della povertà educativa sono stati attivati 70 doposcuola in altrettante parrocchie. All’interno del Polo della carità “Don Pino Puglisi”, nel quartiere Tiburtino III, c’è poi il Centro di aggregazione giovanile CAG 5D è un centro socio-educativo per bambini, preadolescenti e adolescenti. A Roma, i neet (giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano né lavorano) rappresentano il 10,7%. Per loro la Caritas di Roma ha attivato a gennaio il progetto “Giovani NEET” che ha coinvolto 70 giovani, 30 dei quali sono stati inseriti in programmi di formazione e tirocini lavorativi. Il capitolo 4 del rapporto si sofferma sui servizi della Caritas di Roma. Nel 2023, la rete dell’organismo diocesano ha assistito 24.658 persone, di cui 10.985 (pari al 41%) accolte per la prima volta. Nel dettaglio, nei tre Centri di ascolto diocesani e nei 201 Centri di ascolto parrocchiali, sono state accolte 13.162 persone, aumentate del 17% rispetto al 2022 (erano 11.223), e addirittura superiori anche a coloro incontrati in pandemia (11.714).

Tra i 13.162 utenti accolti, le donne rappresentano circa il 60% e la fascia d’età più rappresentata è quella tra i 36 e i 65 anni. Nelle tre mense gestite dalla Caritas (Colle Oppio, Ostia, Via Marsala) sono state accolte 11.124 persone, aumentate del 21% rispetto al 2022, e i pasti distribuiti sono stati 322.058. Le nazionalità più frequenti includono italiani, peruviani, sudanesi ed egiziani mentre i servizi sanitari diocesani hanno sostenuto 3.172 utenti. Gli Empori della solidarietà, attivi dal 2008, nel 2023 hanno assistito 5.542 persone in 5 strutture. Nel 2023 si è registrato un incremento anche nelle prestazioni sanitarie erogate che sono state 28.127, pari al 10,1% in più rispetto al 2022. Quasi 2.000 i nuovi pazienti incontrati. Il rapporto evidenzia anche la complessità del sistema sanitario romano, caratterizzato da una struttura frammentata, con tre Asl, numerosi ospedali e policlinici universitari che operano in modo non sempre sinergico.

Roberta Pumpo

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Fonte: Sir