Il Natale nella Bassa padovana è insieme ai richiedenti asilo
Con le festività natalizie, un foglietto distribuito tra i cristiani delle basi di Cona e di San Siro richiama appuntamenti e momenti di festa.
Venerdì 30 dicembre, alle 18.30, a Cona, la festa della Santa Famiglia, mentre sabato 31, alle 18, a San Siro, la messa di fine anno. Nel pomeriggio di sabato 7 gennaio, infine, presso la base di San Siro, una raccolta di giubbotti catarifrangenti e biciclette in buono stato grazie alle parrocchie del vicariato di Agna e alla Caritas diocesana.
È Natale, anche qui, nella Bassa Padovana, dove quasi duemila richiedenti asilo attendono di conoscere il loro destino nelle basi di Conetta e di San Siro di Bagnoli.
Un Natale molto diverso, rispetto anche a soli pochi anni fa, in queste terre di campi e di nebbia. Così, con le feste e l’arrivo dell’anno nuovo, le comunità di Bagnoli, San Siro, Anguillara, Agna, Cona, Conetta, Arre e Prejon si trovano di fronte a nuovi interrogativi e necessità.
«Le persone ospitate in queste basi non restano tutto il giorno nei loro alloggi – racconta don Raffaele Coccato, parroco di Agna – ma si muovono nel territorio, visitano i nostri negozi, passano il tempo nelle nostre piazze, si muovono in maniera vistosa, voluminosa, a piedi e in bicicletta, anche in gruppi di dieci o di venti, specie nei giorni di mercato».
Non ci sono solo i richiedenti asilo delle basi: «Ad Arzercavalli, ma anche in posti come Monsole, Anguillara e San Siro, si trovano nuclei più piccoli di rifugiati, meno anonimi e in condizioni più stabili».
Tra la nostalgia di una casa che a volte più non esiste e i dubbi per un futuro che appare più fragile che mai, la fede resta una delle poche rocce capaci di ancorare alla vita.
E sono tanti i richiedenti asilo e i rifugiati che professano la fede cristiana. Già da alcuni mesi in molte parrocchie della Bassa interessate dalla loro presenza stanno diventando ordinarie alcune piccole attenzioni liturgiche durante le messe della domenica.
Il vangelo viene letto anche nelle lingue degli ospiti, mentre anche alcuni stralci dell’omelia sono pronunciati o consegnati per iscritto in inglese o in francese. E con il Natale, oltre a queste attività ormai consuete, le comunità parteciperanno ad altri momenti pensati per favorire l’incontro e la condivisione in un clima più disteso di amicizia e di fraternità.
«Già alcuni ragazzi – riassume don Raffaele Coccato – hanno preso parte alla chiusura della porta santa di Terrassa. Il 18 dicembre, invece, sempre a Terrassa, per volontà del parroco don Romolo Morello, si è tenuta una celebrazione natalizia con i richiedenti asilo proprio per sensibilizzare la comunità».
Gli appuntamenti verso il Capodanno
Tra gli appuntamenti presentati con la lettera congiunta del direttore di Caritas Padova don Luca Facco e del vicario per le relazioni con il territorio don Marco Cagol, c’è la festa della Sacra Famiglia, celebrata venerdì 30 dicembre, alle 18.30, a Cona, con una messa animata dai ragazzi cristiani che vivono nella base di Conetta. Una festa molto sentita, specie per chi, ora, si ritrova accolto da una famiglia più grande.
Sabato 31 dicembre, alle 18, poi, nella chiesa di San Siro di Bagnoli sarà celebrata la messa di fine anno: «Stanno preparando davvero bene la celebrazione – continua don Raffaele – con canti curati dagli ospiti della base di Bagnoli. Ci saranno momenti di festa e di conoscenza sia prima che dopo la messa». All’appuntamento ci saranno anche alcuni dei giovani che partecipano al Capodanno della Caritas.
Non si tratta però di iniziative spot, ma del frutto di un lavoro di équipe, iniziato a livello locale da preti e laici delle parrocchie della Bassa, con il supporto del vescovo e della curia diocesana
«Il gruppo, spontaneo fino a poco tempo fa, sta via via prendendo sempre più forma per diventare un interlocutore sul territorio, anche grazie allo scambio di esperienze».
È di questa équipe la pubblicazione di un foglietto, in inglese e in francese, per comunicare ai richiedenti asilo le varie iniziative delle comunità cristiane e soprattutto le celebrazioni con letture nelle loro lingue.
Sempre dall’équipe nasce l’iniziativa di una raccolta nel vicariato di Agna, in programma sabato 7 gennaio, dalle 14 alle 17, alla base di San Siro, di giubbotti catarifrangenti, biciclette in buono stato o altri oggetti utili agli ospiti di Conetta e di Bagnoli.
«Per il 2017 – aggiunge don Raffaele Coccato – prevediamo un momento di aggregazione “regolare” nel patronato di Agna, per ascoltarli e offrire loro occasioni di spiritualità e di preghiera, anche se l’ostacolo della lingua è molto forte». La comunità è coinvolta: «Certo, c’è una “moda” nazionale nei confronti dei migranti e dei richiedenti protezione, ci sono ancora molti luoghi comuni che non sono stati smorzati, e persone che la pensano diversamente non mancano. Ma camminando con umiltà, vediamo che c’è sempre più coinvolgimento: anche durante la liturgia, in chiesa, non si ha più paura di sedersi vicino a loro. Per quel che si può, si cerca di migliorare la qualità dei discorsi e dei pensieri».
Don Stefano Baccan, parroco di Cona, concorda: «La gente si è dimostrata di una sensibilità infinita. Quelli che non capiscono sono quelli che non vedono. Ma noi non possiamo più fare tutto da soli. Per il 2017 spero che si trovino soluzioni alternative al concentramento di così tante persone in un unico luogo. La microaccoglienza ha riempito le pagine dei giornali, ma in pochissimi si sono mossi, men che meno i politici».