Regole chiare e mediatori, così a Bagnoli i timori si stemperano
Il periodo pasquale è trascorso nella normalità al centro di accoglienza per migranti di San Siro di Bagnoli, che in questi giorni ospita circa 260 richiedenti asilo, seguiti da 21 operatori che si turnano tra il giorno e la notte. Una normalità conquistata poco alla volta, cancellando i timori che avevano accolto l'arrivo degli ospiti.
Il periodo pasquale è trascorso nella normalità al centro di accoglienza per migranti di San Siro di Bagnoli.
Davanti al cancello che una volta rappresentava l’ingresso della base aerea prima della Nato e poi dell’aeronautica militare, dismessa definitivamente alla fine del 2007, staziona un piccolo crocchio di giovani che parlano un incerto italiano, ma quando gli si rivolge una domanda in inglese o in francese rispondono con molta cordialità e dopo aver stretto la mano all’interlocutore se la portano al cuore in segno di rispetto.
«Questi ragazzi hanno grandi obiettivi, hanno attraversato tante frontiere prima di arrivare qua in Italia» spiega Hafiz, giovane pakistano e responsabile del servizio notturno della cooperativa Ecofficina educational che gestisce la struttura, che in questi giorni ospita circa 260 richiedenti asilo, seguiti da 21 operatori che si turnano tra il giorno e la notte.
«Sono Fatty Lamin e arrivo dal Gambia – si presenta in un perfetto inglese un giovane di 19 anni – In questo periodo di permanenza a San Siro ho scritto un libro che racconta la mia storia, da quando sono partito dal mio paese per arrivare fin qua e spero di poterlo presto pubblicare».
Sharif, guineiano, desidera invece ringraziare il governo e gli italiani per averlo aiutato a salvarsi: «Vorrei studiare e realizzarmi per poter essere utile al mio paese, dove vorrei tornare per farlo progredire ed evitare così queste grandi migrazioni».
Zakaria arriva dal Ghana, ma sta facendo grandi progressi con la lingua italiana: «Grazie agli operatori di Ecofficina stiamo imparando la vostra lingua».
«Ci sono corsi di tre livelli a seconda delle conoscenze di ognuno», spiega il mediatore Hafiz, che nonostante una grave menomazione fisica è un sicuro punto di riferimento per i giovani ospiti.
«Problemi particolari all’interno non ne abbiamo avuti, pur considerando l’elevato numero degli ospiti – aggiunge Manuel, operatore e mediatore culturale di Solesino – Gli indisciplinati vengono aiutati a comprendere quali sono le regole da osservare».
Sul cancello arriva anche Abdullahi, 18 anni
«Sono musulmano, abbiamo un luogo dove possiamo pregare, ma la convivenza con i nigeriani che sono di fede cristiana è perfetta, ognuno è libero di rivolgersi allo stesso Dio in modo diverso».
I giovani che approdano a Bagnoli vengono impegnati in numerose attività: «Oltre ai corsi di lingua e alle numerose attività sportive, nelle prossime settimane saremo impegnati con i ragazzi a tinteggiare l’esterno degli alloggi, ogni blocco con un colore diverso per renderli più accoglienti», conclude Manuel.
Sono quasi le 13 quando dal centro di cottura di Conselve arrivano i pasti, preparati cercando di contemperare i gusti sia degli ospiti africani che di quelli asiatici e il gruppetto saluta portandosi la mano al cuore.
Qualcuno tra i presenti ha saputo della visita del vescovo Claudio a Cona e, soprattutto tra i cattolici, c’è la speranza che l’incontro possa ripetersi anche a San Siro.
In paese prima dell’insediamento del centro di accoglienza il timore per possibili problemi legati alla presenza dei migranti era palpabile, poi, grazie anche alla solerte presenza dei mediatori culturali, tutto sembra filare abbastanza liscio, anche se c’è chi teme che con l’arrivo della bella stagione il via vai nei paesi limitrofi sarà maggiore.
«Le regole – spiegano gli educatori – sono chiare: gli ospiti sanno che a una certa ora della sera devono essere di ritorno all’interno del centro e che il comportamento che devono tenere con le persone che incontrano deve essere improntato sempre al rispetto».