Papa Francesco a Lesbo tra i profughi sabato 16 aprile
“Accogliendo gli inviti di Sua Santità Bartolomeo, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli e del Presidente della Repubblica di Grecia, Sua Santità Francesco si recherà a Lesvos sabato 16 aprile 2016″. Ad annunciarlo è la Sala Stampa della Santa Sede, in un comunicato con il quale informa che, nell’isola greca, “il Santo Padre, Sua Santità Bartolomeo e Sua Beatitudine Hieronimus II, Arcivescovo di Atene di tutta la Grecia, incontreranno i profughi lì ospitati”.
“È un’altra tappa dei viaggi della misericordia” che Papa Francesco ha realizzato a partire dal viaggio di Lampedusa nel 2013, con “un’attenzione particolare al mondo dei migranti e dei rifugiati”.
Così monsignor Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes.
Dopo Lampedusa, nel luglio del 2013, il Papa ha “incontrato e condiviso” le sofferenze dei rifugiati e richiedenti asilo al Centro Astalli di Roma, al confine tra Messico e Stati Uniti, al Cara di Castelnuovo di Porto, alle porte di Roma, “richiamando sempre il dovere dell’accoglienza, del rispetto e della tutela della dignità di ogni persona costretta a migrare, ricordando anche le cause di chi oggi è in fuga e bussa alle porte dell’Europa: le guerre, i disastri ambientali, le persecuzioni politiche e religiose, la miseria”.
Una tappa importante nel cammino ecumenico
“Oltre che una tappa dei viaggi della speranza – aggiunge monsignor Perego - la visita del Papa a Lesbo è anche una tappa importante nel cammino ecumenico, che negli ultimi decenni ha sempre trovato una rinnovata forza a partire da temi e attenzioni sociali come le migrazioni, la pace, la salvaguardia del creato”.
Il direttore della Fondazione Migrantes si augura che questa visita “contribuisca a portare l’attenzione su migliaia di persone, tra cui molti bambini, ammassati alla frontiera greca, e promuova un’azione nuova dell’Unione europea, perché esca da una grave battuta d’arresto nella gestione dei rifugiati – fortemente militarizzata e con nuovi luoghi di reclusione dei migranti che sbarcano sulle coste italiane e greche – e stimoli la disponibilità di ogni paese all’accoglienza di numeri significativi di richiedenti asilo e rifugiati”.