A Barbona il capitello ritrova l'antico splendore
Un giorno di festa per l'intera comunità, che ritrova uno dei luoghi più cari alla devozione popolare. A ristrutturare il piccolo tempio del paese sono stati i volontari dell'Avis che hanno messo a disposizione il loro tempo e le loro capacità. Quasi 4 anni di lavoro per riportare l'edificio all'aspetto originario.
A sessant’anni di distanza dalla posa della prima pietra, la parrocchia di Barbona riscopre, grazie all’impegno dei volontari dell’Avis, lo splendore del capitello dedicato alla Madonna Pellegrina.
L'inizio dei lavori di costruzione del piccolo tempio risale al 21 novembre 1956, quando le testimonianze dei missionari in parrocchia suscitarono in una famiglia il desiderio di destinare parte del proprio terreno alla realizzazione di un capitello da dedicare a Maria. Nel giro di due anni il progetto si trasformò in realtà e il tempietto diventò il punto di riferimento per la contrada di via Spino. Con il passare del tempo, però, l’umidità, la muffa e le infiltrazioni d’acqua avevano rischiato di farlo cadere in abbandono.
Un esito inaccettabile per i volontari della sezione locale dell’Avis, che nel 2012 si sono rimboccati le maniche per sistemare il piccolo edificio di culto.
L’idea iniziale consisteva in un semplice rifacimento degli intonaci esterni per proteggere i muri dall’umidità, poi però, il progetto è diventato via via più ambizioso, grazie all’aiuto e al sostegno dei parrocchiani e delle aziende del territorio, che hanno prestato ai volontari le attrezzature necessarie al restauro.
«La comunità ci ha dato una mano – racconta il presidente dell’Avis Rossano Fontan – sia in termini economici, aderendo alle iniziative di raccolta fondi che abbiamo organizzato, sia in termini operativi perché in molti hanno messo a disposizione le proprie abilità». È il caso di Emanuela Zerbetto: la sua pazienza e la sua capacità artistica hanno permesso il restauro delle pareti interne del capitello, di cui oggi i fedeli possono ammirare le decorazioni originarie, prima nascoste sotto uno strato di intonaco.
Dopo un lavoro durato quasi quattro anni, il risultato finale ha stupito l’intero paese, riunito davanti al capitello per la nuova inaugurazione.
A colpire i parrocchiani non è stata soltanto la qualità dell’intervento ma anche la forza del messaggio trasmesso, ovvero la testimonianza di come sia possibile, attraverso l’ottica del servizio, realizzare qualcosa di buono per la comunità.
Una filosofia di vita pienamente condivisa dall’Avis locale, nato 40 anni fa su ispirazione di don Graziano Meneghesso, parroco di Barbona dal '74 al '79 e scomparso prematuramente, a cui l’associazione ha dedicato la propria sede.
«È stato don Graziano a insegnarci il valore del gesto del donare – afferma Fontan – e in questi anni abbiamo cercato di metterlo in pratica sia attraverso le campagne di sensibilizzazione, sia ponendoci l’obiettivo concreto di restituire al nostro paese un pezzo della sua storia».