La vita interroga, la teologia risponde

Davanti a questo interrogativo verrebbe spontaneo fare l’elenco delle tante incombenze che quotidianamente mi sono affidate e che a volte tolgono il respiro, ma poi vedo i volti e tocco con mano i vissuti di tante persone che ogni giorno si nutrono della complessità: quali e quante responsabilità sono chiamate a vivere.

La sensibilità per un ripensamento del ruolo delle donne nella vita della Chiesa si fa sempre più viva: il tema è emerso con forza anche nel cammino sinodale ed è uno dei nodi caratterizzanti il documento di sintesi (n. 9). Qui si afferma l’urgenza di superare «clericalismi, maschilismo e uso inappropriato dell’autorità [...] c’è bisogno di un rinnovamento delle relazioni e di cambiamenti strutturali».

Servirebbe una sfera di cristallo per saperlo! Mi pare che a questa domanda non si possa rispondere altrimenti. Il celibato sacerdotale, infatti, è una disciplina ecclesiastica, non un dogma, perciò rimane sempre passibile di modifica.

La pratica della cremazione è una consuetudine millenaria in Oriente, mentre in Occidente la sepoltura è la modalità prevalente, almeno fino all’Ottocento, quando anche in Europa si regolamentò la cremazione, anzitutto per ragioni igienico sanitarie.

Alla domanda che cosa c’è dopo la morte, il mondo biblico risponde: nulla! «Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele» (Lc 24, 21). «Noi speravamo»: per un verso esprime la grande attesa riposta in Gesù di Nazareth, per l’altro il fallimento, la tristezza, la disperazione.

Perché sono importanti i sacramenti per la fede? Credo che in questa domanda si possa percepire in filigrana una difficoltà sempre più crescente ai nostri giorni: anche tra chi si dice cristiano non è più scontato che si avverta l’urgenza di accedere ai sacramenti quali forme essenziali di generazione e maturazione della fede. L’esperienza drammatica del Covid ha accelerato una dinamica in atto da tempo e sta lasciando un long effect spirituale.

La sessualità esprime un linguaggio ampio e diversificato rispetto al modo comune che, per lo più, la intende come uso della genitalità, il cui scopo è il piacere o la generazione. Infatti il linguaggio del corpo si esprime con uno sguardo, una stretta di mano, una carezza, un abbraccio, un bacio, un amplesso. Esiste una progressione nei nostri gesti