Sacramenti, l’importanza per la Chiesa e per la fede di ciascuno

Perché sono importanti i sacramenti per la fede? Credo che in questa domanda si possa percepire in filigrana una difficoltà sempre più crescente ai nostri giorni: anche tra chi si dice cristiano non è più scontato che si avverta l’urgenza di accedere ai sacramenti quali forme essenziali di generazione e maturazione della fede. L’esperienza drammatica del Covid ha accelerato una dinamica in atto da tempo e sta lasciando un long effect spirituale.

Sacramenti, l’importanza per la Chiesa e per la fede di ciascuno

È un pensiero quasi sottaciuto, eppure corrodente: i riti della Chiesa sono un bel “ornamento” della fede, ma possono essere sostituiti da altre forme di preghiera, personali e più emotive (ma per questo anche più vere?) o da pratiche di impegno sociale più efficienti e concrete. A mio avviso, la difficoltà non si risolve “caricando” tutto il peso della questione sui sacramenti presi per se stessi; né tanto meno si tratta di offrire qualche spiegazione, motivazione in più. Sono vie troppo brevi, l’orizzonte da ricercare è più ampio. Penso si tratti di riscoprire il “nucleo incandescente”, l’identità originaria e specifica del cristianesimo. Nell’incipit dell’enciclica Deus caritas est, papa Benedetto XVI usa parole chiare e illuminanti: «Abbiamo creduto all’amore di Dio – così il cristiano può esprimere la scelta fondamentale della sua vita. All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva». L’indicazione da cogliere chiede una svolta nella comprensione dell’atto di fede; e di conseguenza dei sacramenti. La fede cristiana, dice il papa, non è il prodotto di un ragionamento logico. Credere è fare esperienza di colui che nello Spirito professiamo ancora vivente nella comunità radunata dei suoi discepoli, la Chiesa. I sacramenti, e la liturgia, pongono le condizioni concrete per cui i cristiani siano radunati nella Chiesa, raggiunti e benedetti dal loro Signore. Il linguaggio evocativo e invocativo dei gesti sacramentali possiede la forza mite, non per imporre una verità su Dio o una norma morale, ma per coinvolgere la nostra libertà a lasciarsi beneficare da colui che è amore.

don Fabio Frigo
Docente di Sacramenti alla Facoltà Teologica del Triveneto e all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Padova

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