Perché la Chiesa non accetta il divorzio?
Quando due giovani sono innamorati portano nel cuore il desiderio che quel giorno non finisca mai.
È una spinta verso il “per sempre” che comporta anche il naturale brivido del rischio di non farcela. Ma non sarebbe vero amore se fosse solo a tempo determinato. Ed è per questo che il rischio vale la pena di essere corso. La Chiesa, anche in tempi di “cultura del provvisorio” non rinuncia a proporre di osare nell’amore perché sia, nel matrimonio, “per tutti i giorni della nostra vita”: per tutti i giorni, non per alcuni soltanto. Il “per sempre” «si radica nelle inclinazioni spontanee della persona umana» (papa Francesco, Amoris Laetitia, n. 123), ed è sulla bocca dei bambini che desiderano più di ogni cosa che mamma e papà si vogliano bene per sempre. Per questo chi si sposa avendo in cuor suo l’intenzione di accedere successivamente al divorzio contrae un matrimonio invalido, perché non sta donando tutto di sé all’altro. La non accettazione del divorzio, quindi, diventa un sì all’amore pieno. Le nostre comunità godono della testimonianza di sposi che vivono questa realtà, ma sostiene anche chi si ferisce nell’amore, chi fa più fatica a vivere il per sempre, a volte senza responsabilità personali. Di fronte al fallimento di un matrimonio, la comunità cristiana viene incontro in vari modi a chi fa i conti con la tristezza di un amore ferito. Offre un servizio di ascolto delle storie personali per vedere se è ancora possibile il perdono e la ripartenza. Verifica, mediante il tribunale ecclesiastico, se quel matrimonio è nato valido: talvolta il malessere nasce da un dono che in partenza non è stato completo, o è gravato da immaturità personali. In questo caso il matrimonio non viene sciolto, ma dichiarato nullo. La dichiarazione di nullità non è un «divorzio cattolico», cioè non rompe un legame, ma semplicemente dichiara che quel legame matrimoniale non è mai nato.
don Luca Borgna
Docente di Diritto Canonico presso la Facoltà Teologica del Triveneto, Giudice del Tribunale Ecclesiastico regionale del Triveneto